20 Ottobre 2024 Giudiziaria

Ladri di lastre da stampa alla Gazzetta? Non erano loro, assolti in appello due dipendenti. La società editrice denunciò la sparizione di 900 lastre d’alluminio, denunciando 2 dipendenti

"Assolti per non aver commesso il fatto". N. V. e G. D. hanno rispettivamente 59 e 54 anni. Sono due dipendenti di “Gazzetta del Sud” riabilitati dall’accusa di aver rubato 900 lastre da stampa, sottratti dal reparto grafica del quotidiano di via Bonino. I due sono stati assolti dalla Corte d’Appello di Messina (presidente Katia Mangano), in riforma della sentenza di primo grado del 5 luglio 2023 quando erano stati entrambi condannati a 9 mesi di reclusione, una multa e il risarcimento alla società editrice del quotidiano messinese.

Il processo nasce dalle denunce della società editrice che nell’aprile 2016 e nell’agosto 2017 ha effettuato un inventario accorgendosi della mancanza di 60 lastre la prima volta, ben 840 nella seconda occasione. Si tratta di grosse laste di alluminio usate per la stampa delle pagine del quotidiano, molto pesanti. Dopo la denuncia sono stati analizzati i filmati delle telecamere di sorveglianza che inquadrano, il 25 agosto 2017, i due dipendenti entrare nel magazzino con un mezzo della stessa società e uscirne 3 minuti dopo. Per l’accusa questa è la prova schiacciante contro di loro, che avrebbero poi rivenduto tutto il materiale a un grossista di metalli della città.

Al processo i difensori, gli avvocati Rina Frisenda e Pietro Venuti, hanno però fatto emergere come 3 minuti fossero davvero pochi per caricare 900 lastre di alluminio pesanti oltre 250 kg e che nel deposito, dove sarebbero state vendute, non sono mai state trovate dagli investigatori. In più per lo stesso furto del 25 agosto 2017 un altro dipendente della società è stato condannato in via definitiva. Insomma, per i legali le prove contro di loro non sono univoche. Tesi condivisa dai giudici di secondo grado.

La società editrice aveva fatto loro causa di licenziamento ma il giudice li ha reintegrati in servizio in via cautelare. Adesso si attende il giudizio nel merito, che dovrà tenere conto di questo verdetto penale.