I droni AGS NATO di Sigonella a “difesa” dell’Artico contro le unità navali e i sottomarini russi
di Antonio Mazzeo - Mercoledì 11 settembre per la prima volta da quando il “sistema avanzato” di sorveglianza terrestre dell’Alleanza Atlantica ha raggiunto la piena operatività nella grande stazione aeronavale di Sigonella, un drone d’intelligence RQ-4D (identificato con il codice MAGMA10) ha effettuato una complessa missione sui cieli del nord Europa, tra l’Islanda e la Groenlandia.
“La cosa più significativa di questa missione è che per la prima volta un drone della NATO di questo tipo viene tracciato su una rotta così lunga e di rilevanza strategica, dal Mediterraneo fino alle acque del nord Atlantico”, commentano gli analisti di ItaMilRadar, sito indipendente che documenta itraffici aerei militari da e per il nostro paese. “Questa operazione, particolarmente importante, rappresenta una dimostrazione delle capacità di sorveglianza e monitoraggio di vaste aree marittime, incluse quelle regioni che sono di interesse strategico sia per la NATO che per la Russia”.
Si sottolinea in particolare come il drone AGS RQ-4D di Sigonella è stato impiegato per operare in una delle “zone critiche” per le telecomunicazioni e le forze aeronavali della NATO, in particolare a largo delle coste dell’Islanda, dove transitano frequentemente sottomarini e unità da guerra russi. “Questa missione potrebbe rappresentare uno sviluppo significativo delle operazioni della NATO, indicandone un incremento in mezzo alle crescenti tensioni nel Nord Atlantico”, aggiunge ItaMilRadar, “In aggiunta, è interessante notare come questeattività di sorveglianza a lungo raggio consentanoalle forze NATO di monitorare su rotte vitali e su potenziali attività sospette, garantendo una maggiore sicurezza nelle aree sotto la propria responsabilità (…) e rafforzando altresì le capacità di risposta rapida contro le forze navali o aeree potenzialmente ostili”.
Proprio in acque islandesi la NATO ha effettuato dal 26 agosto al 3 settembre scorso una grande esercitazione aeronavale (Northern Viking 2024) con la finalità di sviluppare “la difesa delle linee di comunicazione subacquee e delle rotte marittime contro minacce militari convenzionali e atti di sabotaggio”.
Sotto il comando delle Forze Navali USA in Europa, a Northern Viking 2024 hanno partecipatoportaerei, navi di superficie, sottomarini e droni e più 1.200 militari provenienti dai reparti navali d’élite di Islanda, Danimarca, Francia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia e Portogallo, più le unità assegnate allo Standing Maritime Group One(SNMG1), una delle forze di pronto intervento navale della NATO con area prioritaria i mari del Nord Europa e l’Oceano Atlantico.
Questa esercitazione si tiene annualmente dal 1982 sulla base dell’accordo di cooperazione bilaterale tra l’Islanda e gli Stati Uniti d’America,firmato nel 1951. Normalmente vengono simulati combattimenti navali e anti-sottomarini, sbarchi anfibi e operazioni SAR (search and rescue). L’edizione di quest’anno ha avuto come principale base operativa lo scalo militare di Keflavík.
“La finalità di questa esercitazione è di praticare la difesa delle infrastrutture vitali nazionali e delle rotte marittime attorno al nostro paese”, riporta la nota emessa dal governo islandese alla vigilia di Northern Viking 2024. “Si tratta di contrastare le tradizionali minacce militari a terra, in area e nel mare, ma anche altre minacce multiformi e gli atti di sabotaggio, addestrando le capacità di risposta delle autorità e delle agenzie nazionali.L’esercitazione consente di rafforzare l’interoperabilità e la prontezza operativa degli Stati Uniti d’America, dell’Islanda e delle altre nazioni alleate e di rendere sempre più efficienti le abilità di comando e controllo congiunto delle forze della coalizione a difesa dell’Islanda e delle Linee marittime di comunicazione di Groenlandia, Islanda e Regno Unito, note con l’acronimo di GIUK gap”.
Le linee marittime nella regione orientale dell’Artico sono ormai di rilevanza geostrategica planetaria sia per il controllo dei traffici navali e di una delle più importanti reti di connessione di cavi sottomarini, sia per lo sfruttamento (sempre più incontrollato) delle risorse naturali presenti nella regione. “Il GIUK gap è un importante punto di strozzatura (chokepoint) marittimo, un passaggio che connette l’oceano aperto a tre masse terrestri, vitale per il traffico navale ed aereo tra l’Europa e il Nord America”, evidenzia Defense News, sito specializzato USA del settore difesa e sicurezza. “In conseguenza del cambiamento climatico, la copertura del ghiaccio dei mari dell’Oceano Artico si è sciolto ad una velocità allarmante e nuove linee di navigazione sono emerse, alimentando una gara per il loro controllo tra gli stati che si affacciano sull’Artico - Stati Uniti, Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia e Svezia – e i paesi non-artici come la Cina. In una sua recente dichiarazione, il Comando Alleato per le forze navali della NATO ha enfatizzato come in questa regione, fondamentale nella competizione geopolitica, mantenere robuste capacità di sorveglianza sia essenziale per le attività di allerta e risposta rapida contro le potenziali minacce”.
L’AGS – Alliance Ground Surveillance, il sistema avanzato di sorveglianza terrestre dell’Alleanza Atlantica operativo dalla base di Sigonella è basato su cinque grandi droni RQ-4 “Phoenix” realizzati da Northrop Grumman a partire dall’aggiornamento e potenziamento tecnologico dei modelli “Global Hawk Block 40”, da oltre un decennio nella disponibilità dell’US Air Force, anch’essi operativi dalla grande stazione aeronavale siciliana. Questi nuovi velivoli sono lunghi 14,5 metri e possono volare in tutte le condizioni ambientali e ininterrottamente per più di 30 ore, fino a 18.280 metri di altezza e a una velocità di 575 km/h. Il loro raggio d’azione è di oltre 16.000 km e possono trasportare un carico fino a 1.360 kg. Alcune componenti del velivolo sono state fornite da un consorzio di industrie europee, tra cui Airbus Defence and Space (Germania), Kongsberg(Norvegia) e l’italiana Leonardo S.p.A..
Oltre ai segmenti aerei, il sistema AGS è composto dalle stazioni di terra per la pianificazione e il supporto operativo delle missioni. Il centro di comando e controllo, anch’esso localizzato a Sigonella, è fornito di interconnessioni datalink e sistemi di processamento dati e si interfaccia con l’ampia rete dei centri di intelligence e riconoscimento dell’Alleanza Atlantica.
I cinque droni “RQ-4D Phoenix” sono giunti uno alla volta in Sicilia a partire dal 21 novembre 2019; l’ultimo il 12 novembre 2020. Precedentemente all’invasione russa in Ucraina e ancora di più dopo il 24 febbraio 2022, i velivoli senza pilota sono utilizzati dalla NATO per “sorvegliare” tutti i movimenti delle forze armate di Mosca in territorio ucraino, in Bielorussia e nelle regioni più occidentali della Federazione Russa. Dopo il 7 ottobre 2023, i droni AGS vengono impiegati anche in operazioni top secret nel Mediterraneo orientale a supportodelle forze armate israeliane nella loro campagna di sterminio della popolazione palestinese di Gaza e della Cisgiordania.