IL VIDEO – PONTE SULLO STRETTO, ALEMANNO: INDIPENDENZA CONTRO IL PROGETTO DI SALVINI
L’on. Gianni Alemanno: "Su quest'opera aleggia l'ombra dell'incompiuta, questo progetto così accelerato è figlio del ministro Salvini. La stessa presidente del Consiglio Meloni è fredda sulla questione. E se cambiasse il governo - mi domando - cosa succederà? Su un'opera del genere serviva un'ampia condivisione tra maggioranza e opposizione; il prossimo anno entrerà in vigore il nuovo Patto di stabilità europeo che comporterà tagli dai 13 ai 15 miliardi per l'anno, con quali fondi pensano di finanziare il Ponte? Probabilmente toglieranno risorse ad altro; il nostro movimento vuol dire ai messinesi che siamo contrari alla sua realizzazione".
Gianni Alemanno, Segretario del Movimento Indipendenza (di cui pubblichiamo il video integrale dell'intervento), Fabio Granata, già assessore regionale ai beni culturali, e il Prof. Daniele Tranchida, già Assessore regionale, insieme a Elio Conti Nibali del comitato “Invece del ponte”, hanno tenuto una conferenza stampa nella Sala Ovale di Palazzo Zanca per ufficializzare il No del gruppo politico al Ponte. In sala, ad ascoltare, pure esponenti di centrosinistra, come gli ex assessori Guido Signorino e Sergio De Cola e l'ex sindaco Renato Accorinti.
“Questo progetto di Ponte sullo Stretto ci sembra la forzatura di un Ministro che come Matteo Salvini che, per superare le sue difficoltà come leader politico, si è intestardito su una operazione immagine che con ogni probabilità rimarrà un’opera incompiuta, un inutile sfregio sul territorio e per l’immagine dell’Italia. La stessa premier Meloni appare tiepida su questo progetto, mentre l’opposizione è compattamente schierata contro, non garantendo una continuità progettuale in caso di cambio di governo. In più dal prossimo anno entrerà in vigore il nuono Patto di Stabilità europeo che imporrà un taglio di 15 miliardi l’anno per 7 anni alle nostre finanziarie, lasciando pochissimo spazio a investimenti anche molto più importanti del Ponte. Infine le difficoltà tecniche di un progetto che sarebbe una sperimentazione inedita a livello mondiale, espongono non solo a probabili e costosissime varianti in corso d’opera, ma anche al rischio di un crollo durante e dopo il cantiere".
Alemanno e Granata hanno poi sottolineato come il progetto ha tutte le caratteristiche di "un progetto lacunoso, incompleto, sorpassato, costosissimo, che ha già “bruciato” una enorme quantità di risorse su quella che consideriamo una operazione immagine, che non ha il consenso del territorio e degli enti locali. Alla Sicilia e alla Calabria servono consapevolezza culturale, legalità, strade, ferrovie, prevenzione idrogeologica, rigenerazione urbana, difesa della Bellezza e non l’ennesima illusione di una grande Opera, contraria al principio di precauzione e con un problematico rapporto tra costi e benefici. Queste difficoltà sono sottolineate dalle centinaia di osservazioni sostanziali formulate dal Ministero dell’Ambiente, dalla Commissione tecnica del Ministero delle Infrastrutture, dagli Ordini professionali, delle Associazioni e dei Comitati Cittadini. A questo aggiungiamo l’autentica follia di un piano espropri che dovrebbe portare alla demolizione di migliaia di abitazioni e di spazi pubblici per edificare due piloni di oltre 400 metri d’altezza, non solo piantati sopra due enormi faglie sismiche ma che pregiudicherebbero per sempre uno dei Paesaggi naturali, storici e mitologici più belli e importanti al Mondo”.
foto e video EDG