14 Maggio 2024 Giudiziaria

I DETTAGLI – L’INCHIESTA SULLA NEMO SUD, TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI

I Carabinieri del Comando provinciale di Messina hanno eseguito l'ordinanza applicativa di misure cautelari, personali e reali, emessa dal Gip del Tribunaìe di Messina Claudia Misale, su conforme richiesta della procura della Repubblica, nei confronti di 9 indagati per i delitti di "peculato e corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio".

I NOMI: 

Questi i nomi dei nove indagati: Alberto Fontana (fondatore centro clinico Nemo Sud), Senzio Laganga (ex direttore generale del Policlinico universitario di Messina), Giovanni Mario Melazzini (presidente Fondazione Aurora del Centro Clinico Nemo Sud), Giuseppe Pecoraro  (ex direttore generale del Policlinico universitario di Messina), Paolina Reitano (già direttore sanitario del Policlinico), Marco Restuccia Ex direttore generale del Policlinico), Giuseppe Vita (in foto) (già direttore dell'Unità di Neurologia del Policlinico), Giovanna Volo (assessore regionale alla Sanità) e Michele Vullo (ex direttore generale del Policlinico).

MISURE INTERDITTIVE.

Per quanto concerne le misure personali, si tratta delle interdittive che impongono, nei confronti di quattro indagati (Giuseppe Vita, Giovanni Melazzini, Alberto Fontana e Giuseppe Laganga), il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione ed esercitare impresa in ambito sanitario.

Con la misura reale è stato disposto, nei confronti dei nove indagati, ciascuno pro quota, il sequestro preventivo di denaro, beni mobili e immobili, per l'importo complessivo di 11 milioni di euro, pari ai fondi pubblici distratti.

I SEQUESTRI PREVENTIVI.

Il gip ha disposto il sequestro preventivo nei confronti di Giuseppe Vita, sul denaro e sui beni mobili e immobili a lui intestati sino alla concorrenza di 20.000,00 euro. Il sequestro di 2.271.234, 93 euro nei confronti di Melazzini, Pecoraro e Vullo. Il sequestro sul denaro e sui beni mobili e immobili a loro intestati sino alla concorrenza di 2.433.678,07 nei confronti di Melazzini, Restuccia e Laganga. Il sequestro, infine di 6.251.801,54 per Fontana, Vullo, Laganga e Reitano.

I provvedimenti sono relativi ad un'indagine avviata, nel 2019, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina, coordinata dalla Procura, a seguito della denuncia di un medico, Roberto Dattola, all'epoca, in servizio presso l'Azienda Universitaria Policlinico di Messina, ordinario di medicina fisica e riabilitativa, il quale aveva segnalato svariate irregolarità nella gestione del centro clinico privato "NeMoSUD", costituito nel 2012 per lo svolgimento di attività di riabilitazione neurologica presso il medesimo sito ospedaliero. la notitia criminis, dopo i primi riscontri, per effetto di indagini tradizionali e tecniche (acquisizione di documentazione, interrogatori, intercettazioni di conversazioni), si è arricchita di significativi elementi, grazie ai chiarimenti forniti da un dirigente del Policlinico Universitario, in ordine all'iter delle convenzioni stipulate tra l'ente pubblico e la fondazione privata costitutiva del centro clinico.

In sostanza, a partire dal 2012 e sino al giugno 2021 (anno di chiusura del centro clinico), l'ipotesi accusatoria assume che, attraverso la stipula di convenzioni, sempre più vantaggiose per il centro clinico, si è consentito ad una clinica privata di operare in un ospedale pubblico, con costi a carico dell'Erario, in assenza dell'autorizzazione e dell'accreditamento della Regione Siciliana.

È emerso altresì che i dirigenti dell'epoca del Policlinico avrebbero esternalizzato arbitrariamente, in favore del centro privato, le prestazioni di neuro-riabilitazione, stornando il rimborso delle spese da parte del Servizio Sanitario Regionale.

Gli indagati, con tali condotte, avrebbero, quindi, distratto fondi pubblici, destinando al centro clinico "NeMO Sud" rilevanti somme di denaro appartenenti alla struttura pubblica.

Peraltro, è emerso che il centro clinico privato ha qualificato le prestazioni erogate con un codice, che prevedeva un rimborso, da parte della Regione Sicilia; e ciò nonostante che la medesima Regione non avesse programmato quel tipo di prestazioni da parte del Policlinico universitario.

Nel corso dell'indagine sono emerse anche le condotte (qualificate, allo stato, come corruttive) contestate a Giuseppe Vita, il quale, preposto al controllo e alla verifica delle attività sanitarie del "NeMo Sud", avrebbe, dapprima, sostenuto la sua costituzione, di poi, permesso l'arbitraria erogazione delle prestazioni di neuro-riabilitazione, da parte del centro clinico, ricevendo, in cambio di tale condotta, che si assume contraria ai doveri del proprio ufficio, l'incarico di direttore clinico del centro privato; nonché l'assunzione di alcuni familiari all'interno della medesima struttura privata, con contratti di diritto privato, in assenza dr concorso pubblico e solo sulla base del gradimento dei responsabili del centro privato.

Quanto sopra, ai fini dell'esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli indagati, che, in considerazione dell'attuale fase delle indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo ed imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell'assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli stessi indagati.