L’accoltellamento del dodicenne e l’allarme minori, Gioveni pensa agli oratori
Non c’è traccia ancora del coltello con cui un tredicenne ha ferito sabato scorso un ragazzino di dodici anni mandandolo in ospedale con una prognosi di 20 giorni. Ma non sono chiare ancora neanche le ragioni della lite: c’è da capire se è avvenuta per una parola di troppo in quella circostanza o se deriva da pregressi contrasti e rancori.
Di certo non è l’aspetto penale, vista l’età dei protagonisti, né i dettagli dell’inchiesta che preoccupano maggiormente quanto i risvolti di carattere sociale.
I carabinieri hanno già consegnato quanto in loro possesso, testimonianze e dinamica dell’aggressione confermata anche dagli interessati, al procuratore della Repubblica dei Minorenni presso il Tribunale dei minorenni, Andrea Pagano, che dovrà valutare cosa fare proprio in relazione al contesto familiare dei due ragazzini in un quartiere come quello di Villaggio Aldisio, ad altro rischio criminalità.
L'esplorazione del contesto familiare sarà effettuata con i servizi sociali. In base alla relazione che sarà prodotta dal servizio sociale del Comune il procuratore potrà poi emettere i provvedimenti che non saranno di natura penale vista l'età del ragazzino ma di carattere civile amministrativo: dall'affidamento ai Servizi sociali all'eventuale collocamento in comunità nell'ipotesi più drastica. L'obiettivo naturalmente è il pieno recupero così come previsto dalla normativa, non certo la punizione.
Il disagio minorile, non solo nei contesti più fragili, è stato di recente anche al centro della relazione del presidente della Corte d’appello Luigi Lombardo e della presidente del Tribunale dei minori Maria Francesca Pricoco che hanno lanciato un chiaro allarme sui fenomeni di devianza con protagonisti i ragazzini. Le iscrizioni al Tribunale dei minorenni nei confronti dei minori sono aumentati del 1234 per cento negli ultimi anni. Dieci anni fa erano 184, l'anno scorso si è chiuso con 2.234 nuovi procedimenti.
Ma anche la politica si interroga ora sulle misure per contrastare l’escalation di reati commessi dai giovanissimi ma anche su come favorire la possibilità per le agenzie sociali di comprendere per tempo i disagi di bambini e adolescenti, esercitando funzioni di filtro, prevenzione e cura.
Intanto, sollecita la nomina del Garante per l’Infanzia, il consigliere comunale Libero Gioveni che ricorda anche le possibilità offerte dalla nuova legge sugli oratori.
"In merito al triste episodio occorso a villaggio Aldisio che ha coinvolto due adolescenti, ritengo che le attività degli oratori possano incidere positivamente sulla formazione dei ragazzi anche grazie alla recentissima L.R. n. 3 del 31 gennaio 2024 art. 91 – scrive il capogruppo di Fratelli d’Italia - Davvero una importante coincidenza l'approvazione di questa legge rivolta agli oratori proprio perché l'art. 91 (allegato) prevede sia il riconoscimento da parte della Regione del ruolo educativo, formativo e sociale degli oratori, sia la sottoscrizione di protocolli d'intesa fra Regione e la Conferenza Episcopale Siciliana, sia l'erogazione di contributi proprio per perseguire queste importanti finalità”.
“Infine - conclude Gioveni - sotto il profilo dell'attività amministrativa e delle tutele sociali rivolte ai minori, occorre accelerare da parte del Consiglio Comunale la nomina del Garante per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che manca da quasi 2 anni, a seguito delle dimissioni dell'ex Fabio Costantino avvenute nell'aprile 2022”.
Proprio l'ex Garante per l'Infanzia Fabio Costantino aveva puntato l'attenzione sul disagio minorile in crescita e la necessità di rinnovare le politiche sociali a favore dei minori che non passano solo da nuovi contributi agli oratori ma soprattutto dalla riorganizzazione dei servizi. Attualmente esistono solo centro di aggregazione e l'educativa domiciliare che non sembra impattare col disagio sociale che invece ha un trend in rialzo importante, anche per i reati gravi. La specificità nel territorio messinese è l'aumento dei reati violenti contro la persona. Mancano pure le comunità specializzati - aveva segnato Costantino anche alla commissione Sanità della Regione Sicilia - esistono solo quelle socio-educative. Le comunità specializzate per doppia diagnosi potrebbero dare un maggiore sostegno per i giovani che fanno uso di sostanze stupefacenti e che presentano particolari disturbi.