Mario Incudine parla d’amore per i quarant’anni di Nutrimenti Terrestri
Di Tonino Cafeo - I reduci della Grande Guerra, tornati a casa nel 1918 con la Canzone del Piave che rimbombava loro ancora nelle orecchie insieme al rumore delle cannonate, si innamoravano sulle note di Come pioveva, celeberrimo motivo romantico di Armando Gill, dai toni sommessi dei versi di Gozzano.
Neanche il tempo di mettere su famiglia, che la radio, la nuova invenzione che ha fatto entrare la prima modernità in case e scuole, invitava a cantare Giovinezza e a esaltarsi con la voce stentorea e bugiarda di Benito Mussolini. Negli anni seguenti gli italiani hanno fantasticato sui boudoir dannunziani, pieni di profumi e balocchi, hanno desiderato mille lire al mese, sono andati in guerra – prima in Spagna e poi ovunque- hanno infine scoperto la libertà cantando Bella Ciao.
Tutto questo sempre accompagnati dalle note delle canzoni popolari.
Lo ha ricordato Mario Incudine qualche giorno fa a Messina , con lo spettacolo Parlami d’amore. Andato in scena al Teatro Padre Annibale nell’ambito della rassegna Il miglior tempo della nostra vita, organizzata dalla compagnia Nutrimenti Terrestri per celebrare i primi quarant’anni della propria attività.
Trattandosi di Mario Incudine lo spettacolo è diventato una vera e propria festa di compleanno del teatro, con il cantautore che ha improvvisato con la sua consueta energia divertenti siparietti con il pubblico. Ma Parlami d’amore non è una semplice rassegna di canzoni. Sorretta dalla struttura drammaturgica ideata da Costanza di Quattro e dalla regia di Pino Strabioli, che conosce bene la storia della canzone e dello spettacolo popolare italiano, la comunicativa di Mario Incudine ha dato vita a una piece teatrale vera e propria in cui l’artista ha dimostrato doti attoriali mature e consumate.
Come in un musical a due voci, quella del cantante e quella degli strumenti del pianista e fisarmonicista Antonio Vasta , lo spettacolo ha messo in scena un dialogo immaginario fra generazioni diverse, una zia nata prima della guerra e un nipote cresciuto con i manga e i cartoni giapponesi, unite dalla passione per il patrimonio culturale popolare del nostro paese , nello specifico, da quella canzone d’autore prima maniera che è nata dalla romanza e dalla canzone napoletana classica per spingersi poi alla scoperta dello swing e delle voci più moderne del resto del mondo. Un’eredità che Mario Incudine si propone di trasmettere alle nuove generazioni insieme alla storia collettiva e alle tante storie personali che hanno avuto quelle note come colonna sonora .