Elezioni Rettorato: … e in campagna elettorale irrompe anche il “caso Liberty”
Gli studenti irrompono ancora nella campagna elettorale. E lo fanno, stavolta, con una dura nota dell’associazione Udu (Unione degli universitari), che mette nel mirino la appena pubblicata procedura per l’assegnazione dei nuovi 102 posti letto (in camera doppia) nel nuovo “residence Liberty”. « Sembrerebbe una buona notizia – attacca l’Udu –, ma purtroppo la vergognosa scelta dell’Amministrazione si nasconde nelle modalità. Quello che temevamo si è puntualmente realizzato, alla faccia delle rassicurazioni del direttore e dell’Amministrazione. La tariffa ordinaria è stata fissata a 325 euro mensili. Per chi è idoneo non assegnatario nella graduatoria per il servizio abitativo Ersu (cioè chi non può permettersi di pagare un affitto) è prevista una tarriffa “agevolata” pari a 230 euro mensili per i primi dodici posti assegnati, 275 euro per i successivi quaranta posti (e gli altri 50 posti a 325?). Cifre assolutamente inaccettabili, paragonabili al settore privato, che non tutelano il diritto allo studio, la volontà ci è ormai chiara ed è una vergogna: lucrare sulle spalle di studentesse, studenti e famiglie, approfittando della necessità di ragazze e ragazzi che si ritroveranno ad accettare queste condizioni. Abbiamo manifestato il nostro profondo dissenso più volte, non siamo stati ascoltati. Lo ribadiamo, i fondi della missione 4 del Pnrr dovevano essere investiti sull’istruzione pubblica e su residenze realmente pubbliche. Così non è accettabile». E in coda l’invito aicandidati al rettorato a dire qualcosa.
L’unico a rispondere, finora, è stato Michele Limosani: «Accolgo l’appello dell’Udu, anche se in realtà già nel mio programma non mancano riferimenti a questo tema. Premetto che pure io, come gli studenti, ho avuto contezza dell’indirizzo dell’amministrazione universitaria uscente solo venerdì, quando sono stati resi pubblici il tariffario e le modalità per assegnare i posti. Il Senato accademico, infatti, non ha mai deliberato in materia e già questo, a mio avviso, è un grave vulnus: non credo che l’apertura di una struttura residenziale e, soprattutto la fissazione delle tariffe per i posti letto, debba essere sottratta al confronto politico accademico. Ancora più grave, come ribadito in queste settimane dalle associazioni studentesche, è apprendere che l’Ateneo abbia realizzato tale operazione grazie a fondi ottenuti in base a un parametro ben preciso: il numero di idonei inseriti nelle graduatorie Ersu. A fronte di ciò, è quantomeno incoerente che solo metà dei 102 posti realizzati vengano resi disponibili a tariffa “agevolata”. In più, tali tariffe, quelle ridotte e, a maggior ragione, quelle a prezzo pieno, non sono assolutamente coerenti con la situazione economica di chi si trova in testa alle graduatorie Ersu. Ciò anche a fronte di un contributo dell’Ente pari a 100 euro al mese. L’avviso pubblicato dall’Ateneo pone, quindi, una problematica urgente, da affrontare nell’immediatezza dell’insediamento del nuovo rettore. Mettere al centro gli studenti significa renderli protagonisti soprattutto nelle scelte che li riguardano. Ma l’amministrazione uscente, evidentemente, non è stata mai di questo avviso. Sarà indispensabile – conclude Limosani – un pieno coinvolgimento dell’Ersu nelle scelte che, ovviamente, non potranno mai avere carattere speculativo».
Si schierano a fianco degli studenti anche il segretario generale della Cgil Messina, Pietro Patti, e la segretaria generale della Flc-Cgil Messina, Patrizia Donato: «Nonostante le rassicurazioni da parte dell’amministrazione universitaria che ha, in più occasioni, ribadito l’importanza e la centralità degli studenti nella vita dell’intero ateneo, in ciò che davvero conta, queste dichiarazioni non sono seguite da fatti concreti». Due gli «esempi eclatanti», secondo il sindacato: «Il primo, la clamorosa esclusione degli studenti dalla competizione elettorale. Sarebbe stato davvero un bel segnale accogliere una richiesta più che legittima da parte degli studenti», cioè quella di avere un “peso” maggiore nelle prossime votazioni. Quindi il “caso Liberty”: «Le agevolazioni proposte, non sono soltanto in numero insufficiente rispetto all’effettivo fabbisogno, ma le cifre di affitto agevolato rimangono comunque molto alte e rischiano di essere proibitive per gli studenti fuorisede, alla faccia del diritto allo studio sancito dalla nostra costituzione. Tra l’altro, l’Università non deve fare concorrenza ai privati ma in quanto ente pubblico deve garantire l’accesso ai più bisognosi e alle fasce più deboli».