Università, i motivi delle dimissioni del prorettore vicario Giovanni Moschella affidati a una lettera al Magnifico Cuzzocrea
Domenica la notizia delle dimissioni, ma senza alcuna dichiarazione. Ventiquattr'ore dopo le spiegazioni affidate a una lettera che il prof. Giovanni Moschella, prorettore vicario ha inviato al rettore Salvatore Cuzzocrea. In cui emergono tutti i motivi della rottura con l'attuale vertice dell'Ateneo. «Caro Magnifico, caro Salvatore - scrive Moschella - ho riflettuto molto in questo ultimo mese sull’opportunità di proseguire la mia esperienza nella “governance” dell’Ateneo. Sono stati anni intensi, per molti versi difficili e faticosi, soprattutto quelli segnati dalla pandemia, ma nel contempo ricchi di risultati e soddisfazioni per la nostra Università. Abbiamo esercitato la nostra funzione senza risparmiarci, ispirandoci ad alcuni principi, già richiamati nel programma elettorale, quali la trasparenza, il rifiuto di vecchi modelli fondati su logiche oligarchiche, di appartenenza accademica, politica o familiare, la collaborazione leale e costante con le istituzioni e nel segno della massima autonomia dalla politica, nell’esclusivo interesse dei nostri studenti e della comunità universitaria. I risultati conseguiti sul piano della ricerca e della didattica, gli ingenti investimenti nei servizi agli studenti e nelle infrastrutture, nonché il profondo processo di rinnovamento del corpo accademico e del personale tecnico-amministrativo, fondato esclusivamente sul merito e sulla competenza, confermano la bontà dell’indirizzo che ha guidato per lungo tempo l’azione della nostra esperienza amministrativa. Per quanto mi riguarda, come ben sai, ho sempre condiviso lealmente il merito, anche se non sempre il metodo, delle scelte operate, convinto che in una comunità come quella accademica sia sempre da privilegiare il dialogo e il confronto piuttosto che la contrapposizione".
"Nell’ultimo periodo, tuttavia, forse a causa dei tuoi nuovi e crescenti impegni dovuti alla carica di presidente della Crui, o ancor di più per le fibrillazioni che precedono la scadenza elettorale per l’elezione del nuovo rettore, ho ravvisato una caduta di tensione rispetto ad alcuni dei principi che hanno a lungo guidato la nostra azione di governo: lo smarrimento del metodo della collegialità nell’assunzione di decisioni importanti e strategiche per il futuro dell’Ateneo, un profondo scollamento con parte della squadra di governo e soprattutto si è incrinato il rapporto di fiducia che per lungo tempo ha caratterizzato la nostra collaborazione istituzionale. Per senso delle istituzioni e stile personale non è mio costume alimentare polemiche e pertanto non mi soffermerò sulle ragioni, peraltro a te ben note, che hanno determinato tale situazione. Come dimostra la mia storia accademica, ho sempre privilegiato l’interesse generale e dell’Università a quello mio personale e, pertanto, come ti avevo anticipato nei giorni scorsi, ritenendo che non sussistano più le condizioni per proseguire il percorso comune, rassegno le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di prorettore vicario dell’Università degli studi di Messina. Desidero, infine, ringraziare te per questa importante esperienza che mi accingo a concludere e tutti i colleghi, il personale tecnico-amministrativo e gli studenti per la disponibilità, l’apprezzamento e la stima che mi hanno costantemente manifestato in questi anni di mio impegno nell’amministrazione dell’Università. Auguro a te e al nostro Ateneo ogni successo».