Teatro Vittorio Emanuele: la richiesta di chiarimenti di Antonella Russo, consigliera comunale del Pd
Il teatro Vittorio Emanuele di Messina è al centro di una richiesta di chiarimenti da parte di Antonella Russo, consigliera comunale del Pd, che ha da ridire sulle nomine alla governance dell’ente di via Garibaldi, dopo la riconferma del sovrintendente Gianfranco Scoglio, e alla nomina a commissario di Orazio Miloro, “entrambi della stessa cordata politica dell’assessore Elvira Amata”, scrive Russo, che li ha nominati.
“Certamente la conferma di questi nomi (senza entrare nel merito delle loro qualità personali e professionali) non è una dimostrazione di scelte innovative, coraggiose o frutto di una rinnovata visione del teatro da parte del competente assessorato regionale – continua la consigliera – In primo luogo, viene da chiedersi perché mai si è arrivati alla scelta residuale di nominare un commissario, che sostituisce il cda scaduto. Per quale motivo sia il comune di Messina, che la Città metropolitana e la regione non hanno per tempo scelto il loro componente in seno al cda, tanto da far passare la nomina commissariale – pur se potrebbe essere breve – come un percorso amministrativo normale? Come mai la scelta di componenti del Cda, scaduti dal 5 di agosto, ed affidata da comune e città metropolitana ad un bando per la valutazione dei curricula dei candidati, non è stata completata per tempo ma si è dovuto anche ricorrere ad una proroga dei termini che scadranno il prossimo 30 settembre? Ci saremmo aspettati una congrua e tempestiva valutazione, a proposito di curricula, non tanto rispetto alla nomina dei componenti del Cda, che ha carattere fiduciario e la cui mancanza ha provocato il commissariamento del teatro, ma soprattutto per la scelta dei direttori artistici che, di fatto, mancano da circa un anno”.
E ce n’è ancora: “A proposito di direttori artistici: dopo circa 6 anni nei quali i direttori sono stati nominati a titolo gratuito, e ciò non ha certamente contribuito ad attrarre in città grandi nomi del panorama nazionale, l’ultimo bando per la ricerca dei direttori artistici di qualche mese fa finalmente ha previsto la loro nomina a titolo retribuito, con un compenso di circa 20.000 euro lordi, iva compresa. Di fatto, circa la metà di quanto percepisce un dipendente amministrativo del teatro! – sottolinea Russo – A ciò aggiungiamo: è vero che la programmazione della stagione teatrale è stata effettuata (anche se ancora non la conosciamo), ma perché lasciarla solo nelle mani di un sovrintendente, che non possiede certo specifiche competente artistiche, a maggior ragione quando manca da tempo una direzione artistica con cui potersi confrontare? Il recente statuto, approvato con delibera del 15 aprile 2021, prevede all’art. 10, rispetto alla programmazione, che il sovrintendente assicuri “il collegamento tra i direttori artistici al fine di presentare proposte organiche e coordinate e fornire al Consiglio tutti gli elementi di valutazione necessari per l’approvazione dei programmi stessi”, quindi non pare che lo statuto preveda che il sovrintendente possa sostituirsi, di fatto, ai direttori artistici. A tal proposito, sarebbe interessante sapere se il sovrintendente si sia avvalso o meno di una agenzia per la vendita degli spettacoli, e se ciò si sia ripetuto negli ultimi anni. Di fatto, a Messina la linea artistica del più importante teatro cittadino non la dettano i direttori artistici, i quali, per i ritardi causati dalla politica, saranno nominati (quando succederà) da un solo soggetto, il commissario appunto, e non da un organo collegiale, come di norma, ed entreranno in carica a stagione teatrale già iniziata, certamente già programmata senza il loro ausilio tecnico-artistico. Il tutto, a meno che il neo commissario non decida di ulteriormente prorogare la nomina dei direttori artistici fino a quando non sarà ripristinato il consiglio di amministrazione”.
“Non appare corretto, per ciò che rappresenta il Teatro in città, vale a dire la più grande realtà culturale dalla quale i cittadini si attendono tanto, far passare il concetto che vada tutto bene, che non si poteva fare certamente di meglio. Infine, la valorizzazione delle compagnie locali non può essere delegata solo alla valutazione di progetti in ospitalità da parte di piccole compagnie che rischiano in proprio sull’incasso – conclude la consigliera – L’amministrazione comunale deve attuare politiche di sviluppo culturale che passino dalla valorizzazione delle tante realtà locali, che non possono certo sentirsi sole. Restiamo in sfiduciata attesa”.