#FOTO – La notte magica di Daniele Silvestri a Capo Peloro (con tanto di festa di compleanno…)
Di Vincenzo Cardile - In una notte di metà agosto, all’ombra del Pilone, nell’Arena di Capo Peloro, ieri sera fortunati villeggianti e non, hanno goduto di uno spettacolo intenso, fatto da un gruppo di amici capitanati dall’evergreen Daniele Silvestri, nel suo tour “Estate X”.
Musiche e ritmi, miscelati con dovizia, sono stati la base per ascoltare una voce piacevolmente graffiante.
Il cantautore romano segue il filo rosso della sua lunga strada, portandoci con mano a ripercorrere i chilometri della sua ormai lunga carriera, emozionando un pubblico partecipe ed entusiasta.
Accompagnato con maestria dal fagotto di Marco Santoro e dalla sua voce di ritorno, Daniele affronta il palco con la sua chitarra di battaglia, alternandola al pianoforte, da cui fuoriescono le note delle sue melodie più dolci.
Un cantautorato di battaglia, in cui si toccano temi forti che, dovrebbero essere socialmente e politicamente universali, ma che purtroppo, perdono sempre più spesso peso, dimenticate dai più.
E così, tra “Argentovivo” e “Colpa del fonico”, si alternano le nuove canzoni del suo ultimo album, con i pezzi entrati di diritto nella top ten delle classifiche italiane degli ultimi trent’anni.
Il pubblico partecipa, applaude fragorosamente sulle note di “Occhi da orientale”, “Le cose in comune”, ”Ma che discorsi”, “L’uomo col megafono”, “La paranza”, spinto dai ritmi sudamericani, colti magistralmente dalle percussioni e tromba di Josè Ramon Carballo Arnas, musicista noto ai più per le esibizioni a “Propaganda” di La7.
I momenti intimi sono al piano, dove Daniele partecipa emotivamente, spiegando le sue canzoni al pubblico, contagiandolo.
Durante “L’appello”, il pubblico sventola al cielo un cartoncino rosso, simbolo di quell’agenda scomparsa con le verità del martire di Stato, il giudice Paolo Borsellino, sulle parole di una canzone che rimarca le domande del fratello Salvatore e di quella parte di popolo che ormai, da tempo, attende troppe risposte.
Con “Cara” omaggia Lucio Dalla e con “Le navi” ricorda Gino Strada e le sue imprese, per un mondo che forse, un pò tutti, vorremmo che diventasse ‘normale’.
Poi il ritmo ritorna forte con “Salirò”, e la serata scivola via su una melodia che alla mezzanotte intona “tanti auguri”: colpo di scena, Daniele festeggia il suo cinquantacinquesimo compleanno, abbracciato dai suoi amici musicisti e, idealmente, dal pubblico in festa… con tanto di stappata della bottiglia e soffio candeline.
Lo spettacolo graffiante, armonioso e generoso, forse uno dei più veri ascoltati tra le sponde dei due mari, si chiude con “Testardo”, romanesca cantata, in cui il cantautore rimarca il fatto che lui, comunque vada, va sempre avanti con le sue idee.
A dimostrarlo è il gran finale con bis, col pubblico in piedi a ballare e cantare a squarciagola le note di “Cohiba”, un cult in cui Silvestri descrive le ardimentose azioni di Che Guevara, uomo rimasto solo, a combattere le proprie battaglie… un pò come lui che, con la forza della sua musica, ha attraversato un trentennio “ben oltre l’apparenza, in un’impossibile coerenza”.
foto Edg