Azioni contro i proprietari delle barche. Citati a giudizio i gestori del Portorosa Marina Yachting
di Leonardo Orlando – I sostituti procuratori Emanuela Scali e Carlo Bray hanno citato in giudizio dinanzi al Tribunale di Barcellona – per l’udienza pre-dibattimentale del prossimo 10 novembre – la legale rappresentante della società consortile “Portorosa Marina Yachting S.c.a r.l.” che gestisce il bacino portuale della rinomata struttura turistica, e l’amministratore delegato della stessa società.
Entrambi, nelle rispettive funzioni, dovranno rispondere dell’ipotesi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e di violenza privata nei confronti di 13 diportisti titolari di contratti di ormeggio, nei confronti dei quali sarebbero stati utilizzati metodi ritenuti illegali nella gestione dei contratti che gli stessi diportisti, che hanno presentato querele ed esposti, avevano sottoscritto con i precedenti gestori.
Le due persone citate in giudizio sono la presidente del Cda Marie Chretiennot Pascale, 62 anni, originaria di Lione in Francia e residente a Messina, e l’amministratore delegato Francesco Bombaci, 70 anni di Messina, consorte di Marie Chretiennot Pascale, entrambi difesi dall’avv. Alessandro Billè.
Ai due amministratori della società proprietaria del porto, acquistato nel 2020 dalla curatela fallimentare della società costruttrice “Bazia Gardens”, si contesta che «al fine di esercitare il preteso diritto di modificare le condizioni contrattuali relative ai rapporti negoziali aventi a oggetto la gestione della struttura portuale di Portorosa, nei quali la suddetta società era subentrata, pur potendo ricorrere al giudice per ottenere condizioni economiche più vantaggiose o per risolvere tali rapporti contrattuali, si facevano arbitrariamente ragione da sé medesimi, mediante violenza sulle cose e anche dando indicazioni operative agli addetti portuali alle dipendenze della società».
Numerose sono state le azioni che sarebbero state messe in atto, tutte denunciate dai 13 diportisti proprietari di imbarcazioni attraccate al molo di Portorosa. Azioni iniziate nel settembre 2020 con la disattivazione delle colonnine per l’erogazione dei servizi essenziali, energia elettrica e acqua, per ben 12 posti barca. Ad un altro diportista impedivano l’uso della cima per l’ormeggio. Nel settembre 2022 per altri due diportisti rimuovevano le briccole dal porto, sostituite da corpi morti, ostacolando le manovre di ormeggio, e non ripristinavano le forniture di acqua e luce a servizio del posto.
Per tutti gli altri sono state disattivati punti di attracco ed in alcuni casi ridotti i posti barca già assegnati dalla precedente gestione, rendendo gli stessi inutilizzabili ed in un caso causando danni ad una imbarcazione. Agli imputati si contesta per altri due episodi, che sarebbero stati commessi ai danni di tre diportisti, il reato in concorso di violenza privata. Nel primo caso impedivano ad un avvocato di ormeggiare il natante di sua proprietà, costringendolo ad ormeggiare in un posto di transito “a tariffa giornaliera”. Nel secondo caso impedivano in più occasioni l’accesso ai posti barca di proprietà del complesso residenziale “Laguna Azzurra s.r.l.”, dirottando le imbarcazioni sui postri barca della “Portorosa marina yachting”. Fonte Gazzetta del Sud