Drg cliniche, aperta l’udienza. Chiesto il rinvio a giudizio
Si è aperta ieri davanti al gup Francesco Torre l’udienza preliminare per l’inchiesta “D.r.g.” sui rimborsi alle cliniche private dell’Asp e le presunte truffe ipotizzate da Procura e Guardia di Finanza, che deflagrò nell’ottobre del 2022 con un novero complessivo di 32 indagati, 25 persone e 7 cliniche private. Portò all’esecuzione di un’ordinanza di custodia siglata dal gip Tiziana Leanza, che dispose misure cautelari del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali per 4 mesi, con il sequestro di oltre 3 milioni di euro nei confronti di 7 strutture sanitarie private convenzionate. Nel frattempo però i giudici del Riesame hanno sostanzialmente restituito tutte le somme alle varie strutture sanitarie, annullando i sequestrati preventivi.
Rispetto al quadro numerico iniziale qualcosa è cambiato, adesso sono ricomprese globalmente 17 persone e 7 cliniche. Nei mesi scorsi infatti si era registrato sulla vicenda lo stralcio delle iscrizioni effettuato dalla Procura solo per alcune tipologie di reato e per alcuni degli indagati, si presume per chiedere di archiviare le posizioni rispetto a quei reati specifici.
Ieri mattina oltre alla richiesta di rinvio a giudizio per tutti, ribadita in aula dal pm Piero Vinci, che nel corso del suo intervento ha ricostruito tutta la vicenda, si sono registrate anche le dichiarazioni in aula del dott. Emmanuel Miraglia e poi la gran parte delle arringhe difensive. Poi l’udienza è stata aggiornata dal gup Torre all’11 settembre, per consentire agli avvocati che ieri erano impossibilitati a svolgere i loro interventi. Sono imputati in 17 tra funzionari Asp, medici, rappresentanti della sanità privata e dipendenti a vari livelli: Mariagiuliana Fazio, Emmanuel Miraglia, Francesco Domenico Chiera, Gustavo Barresi, Santi Mangano, Marco Ferlazzo, Francesco Antonino Merlino, Caterina Facciolà, Carmelo Catena, Michele Filippone, Luigi Gioacchino Antonio Alaimo, Emanuele Puglisi, Nicola Princiotto, Giovanna Bonaccorso, Giovanna Giuffrè, Letteria Mazzeo e Maria Romualda Naso. Poi le cliniche: Cot – Cure Ortopediche Traumatologiche spa; Cappellani Giomi spa; Giomi spa – Gestione Istituti Ortopedici del Mezzogiorno d’Italia; Casa di cura Cristo Re srl; Casa di cura Villa Salus; Casa di cura San Camillo; Casa di cura Carmona srl. Sono parti offese nel procedimento l’Azienda sanitaria provinciale di Messina e la Regione Siciliana.
Secondo le prospettazioni della Finanza alcuni dei responsabili delle principali case di cura di Messina, con la complicità dell’ex capo del Nucleo operativo di controllo dell’Asp 5, la dirigente Mariagiuliana Fazio, andata in pensione durante le indagini, avrebbero truffato il Servizio sanitario nazionale attraverso false attestazioni su diagnosi allo scopo di “gonfiare” i rimborsi per le strutture accreditate con la Regione. La truffa sarebbe ruotata intorno al D.R.G. (Diagnosis Related Group), un sistema che consente di classificare ogni singolo caso clinico in una determinata casella, variabile in relazione a diagnosi, interventi, cure e caratteristiche personali del singolo paziente ricoverato.