FOTO – CORRUZIONE E CONCUSSIONE IN CAMBIO DI ASSUNZIONI: AGLI ARRESTI DOMICILIARI L’EX DEPUTATO CATALFAMO E LA DIRIGENTE MEDICO PARATORE
Nell’ambito di articolate attività di indagine di polizia giudiziaria, coordinate dal Dipartimento pubblica amministrazione della Procura della Repubblica di Messina, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza peloritana hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare personale, emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina, con cui è stata disposta la misura degli arresti domiciliari nei confronti di 2 persone, sottoposte ad indagine per tentata concussione e corruzione.
Le indagini trovano la loro genesi nella disamina di una serie di procedure di gara riguardanti l’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina, che secondo l’impostazione accusatoria, sarebbero state condizionate da interessi privati riconducibili ad un ex deputato dell’assemblea regionale siciliana e ad un dirigente medico amministrativo in servizio presso la suddetta Azienda Ospedaliera.
Si tratta della dirigente medico Francesca Paratore che dal 2021 dirige l'Unità di ricerca sanitaria del Papardo e dell'onorevole Antonio Catalfamo, barcellonese, ex deputato all'Ars nella precedente legislatura e transitato di recente dalla Lega a Forza Italia, nel gruppo Calderone.
CATALFAMO, DA CAPOGRUPPO DELLA LEGA A FORZA ITALIA.
“Do il mio personale benvenuto e quello del nostro partito ad Antonio Catalfamo, che ha deciso di lasciare la Lega-Prima l’Italia per aderire a Forza Italia”, scrisse il coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè il giorno dell'ufficializzazione del passaggio tra i forzisti in una nota. “Ho avuto modo di conoscere, nella scorsa legislatura all’Ars, le doti umane e politiche di Catalfamo, persona seria e capace, e gli esprimo il mio apprezzamento per aver deciso di continuare il suo impegno politico nel nostro partito augurandogli un proficuo lavoro”.
Catalfamo non ha centrato la conferma alle ultime elezioni ma nella legislatura precedente venne eletto a palazzo dei Normanni attraverso il collegio di Messina con la lista Fratelli d’Italia. Partito quest’ultimo che ha guidato come capogruppo dalla fine del 2017 a gennaio 2020. Poi il passaggio con la Lega di Matteo Salvini di cui è stato capogruppo all’Ars fino al termine del mandato del presidente Nello Musumeci.
LE INDAGINI.
Le indagini della Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Messina hanno consentito di accertare che in virtù di un rapporto personale tra i predetti soggetti si tentava di agevolare persone vicine imponendo la loro assunzione nelle ditte private, che si aggiudicavano gli appalti relativi a servizi di pulizia e sanificazione della struttura ospedaliera, ovvero avvantaggiandoli nella partecipazione a pubblici concorsi, ovvero ancora nella predisposizione da parte dell’azienda Ospedaliera di bandi di gara ad hoc.
Secondo l’accusa, grazie alla complicità della direttrice amministrativa Francesca Paratore, Catalfamo avrebbe fatto pressioni per alcune assunzioni a ridosso delle elezioni comunali di Messina del giugno del 2022 e delle Regionali dello scorso settembre. In un caso le pressioni hanno riguardato un’assunzione presso la ditta che svolgeva il servizio di pulizia dell’interno ospedale. Ditta che poi veniva avvantaggiata – secondo quanto ricostruito dalle indagini – nella partecipazione a pubblici concorsi, ovvero ancora nella predisposizione da parte dell’azienda Ospedaliera di bandi di gara hoc. Uno di questi bandi sotto la lente della procura ammonta a quasi 54 milioni di euro.
L’attività investigativa ha ricostruito, pur nella fase dell’accertamento preliminare, una sorta di strumentalizzazione della predetta struttura sanitaria a fini politici, con particolare riferimento alle elezioni amministrative della Città Metropolitana di Messina del 12.06.2022 ed a quelle amministrative Regionali del 25.09.2022.
I provvedimenti cautelari intervengono nella fase delle indagini preliminari e sono basati su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.