Piercamillo Davigo condannato per i verbali di Amara: un anno e 3 mesi. Dovrà risarcire con 20mila euro Sebastiano Ardita
Condanna a 1 anno e tre mesi e 20mila euro di risarcimento alla parte civile Sebastiano Ardita per Piercamillo Davigo. È la sentenza emessa dal tribunale di Brescia (collegio Spano'-Macca-de Nisi) nel processo per rivelazione e utilizzazione di segreto sui verbali della Loggia Ungheria resi alla Procura di Milano dall’ex legale esterno di Eni, Piero Amara, nei confronti del pm simbolo di Mani Pulite. Il dispositivo di sentenza è stato letto nell’aula della Corte d’Assise dal presidente della prima sezione penale, Roberto Spanò, al termine di un processo iniziato il 24 maggio 2022. Il pm Paolo Storari a cui Davigo aveva consegnato i verbali è invece è stato assolto anche in appello.
All'imputato la Corte ha riconosciuto le attenuanti generiche, concedendogli il beneficio della sospensione della pena e della non menzione della condanna nel certificato di casellario giudiziale. Le motivazioni saranno rese note tra 30 giorni. La Corte ha condannato Davigo anche alla relusione delle spese della parte civile, che si liquidano in 5mila euro.
"Faremo appello dopo aver letto le motivazioni, mi rimane nel cuore una profonda tristezza", ha commentato dell'ex magistrato, l'avvocato Francesco Borasi.
I difensori di Piercamillo Davigo avevano chiesto di assolvere l’ex magistrato componente del Csm imputato: “Chiediamo l’assoluzione con la più ampia formula liberatoria” ha spiegato nella sua arringa l’avvocato Domenico Pulitanò che con Francesco Borasi difende l’ex pm di Mani Pulite. Come già annunciato in occasione dell’ultima udienza l’ex componente del Csm non è presente in aula. I difensori di Davigo avevano sostenuto che sia “insussistente” il presunto ingiusto danno provocato dalla circolazione dei verbali di Amata, alla parte civile, il magistrato Sebastiano Ardita.
In aula era presente anche il procuratore capo di Brescia Francesco Prete.
Condannato Davigo, come nasce il processo
Le dichiarazioni presenti in quei famosi verbali furono rese da Amara in cinque interrogatori, tra il 6 dicembre 2019 e l'11 gennaio 2020, nell'inchiesta sul cosiddetto 'falso complotto Eni', di cui Storari era uno dei titolari insieme alla collega Laura Pedio.
La consegna avvenne a Milano nell'aprile del 2020, da stessa ammissione di Storari, a casa di Davigo a cui fu data una chiavetta con gli atti secretati per poter denunciare la presunta inerzia a indagare da parte dei vertici della procura milanese - in particolare dall'allora procuratore di Milano Francesco Greco e dall'aggiunto Pedio - sull'ipotetica loggia Ungheria di cui avrebbero fatto parte personaggi delle istituzioni e delle forze armate, oltre che due componenti del Csm in carica in quel momento.