TORNA IL POPOLO DEI ‘NO PONTE’. APPUNTAMENTO ALLE 17.30 A TORRE FARO
Qualcuno ricorda i diecimila e oltre che sfilarono in centro città nel gennaio 2006. Fu il più imponente corteo contro il Ponte sullo Stretto. Qualcuno ricorda e rimpiange, c’è chi invece ricorda ed è convinto di poter ripetere quell’impresa. Da allora, infatti, le manifestazioni del “No” hanno potuto vantare numeri di gran lunga inferiori. Forse per la genetica apatia messinese che accomuna tanti contrari e favorevoli all’opera e che si riassume in una frase: «Tanto non lo faranno...». Anche chi, l'altra mattina a Palazzo Zanca, ha presentato la manifestazione di oggi a Torre Faro è convinto che non si farà. Ma, al contrario di chi fa spallucce e si gira dall’altra parte, è altrettanto convinto che si debba scongiurare anche il solo inizio di un qualsivoglia cantiere e che, soprattutto, si debbano dirottare altrove i 15 miliardi di euro che il Governo è disposto a spendere per il Ponte.
«Non confrontiamo quello che ci sarebbe col Ponte con il nulla, ma con le opere pubbliche che si potrebbero fare, in alternativa al Ponte, spendendo quegli stessi soldi», è il concetto chiave espresso da Gino Sturniolo, uno degli storici animatori del movimento. Un movimento che include diverse realta: il comitato No Ponte Capo Peloro, Invece del Ponte, Rete No Ponte Calabria, Spazio No Ponte. E poi una serie di adesioni, dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, da Cambiamo Messina dal Basso a Messinaccomuna, dal Wwf a Zero Waste Sicilia, da Legambiente alla Cgil, da Italia Nostra al comitato No Muos, e via dicendo. «Hanno aderito partiti, sindacati, associazioni, centri sociali – ha sottolineato Mariella Valbruzzi –. Ci auguriamo che tutta la città partecipi». Il corteo partirà alle 17.30 da via Palazzo, attraverserà via Circuito, via Nuova, il lungomare, per concludersi al lido Horcynus Orca. Saranno diecimila come nel 2006? Di più, di meno? «È fondamentale la mobilitazione popolare – ha aggiunto Sturniolo –, solo questo può dare forza alle nostre argomentazioni. Le nostre ragioni da sole, pur essendo superiori, non ce la farebbero mai. Sarà la gente comune a spostare le cose. E non capisco come dopo il 6 giugno (il giorno del convegno Cisl con Salvini, ndr) non ci sia stato un moto di ribellione».
Guido Signorino ha ribadito che «il nostro compito è diffondere strumenti di conoscenza e consapevolezza. Il Ponte è un mito, non un’opera. Un’ideologia, l’ideologia del sì, altro che del no».