Loggia Ungheria, la calunnia ad Ardita: “Avvisi” ad Amara e Calafiore
Con l’accusa di calunnia e autocalunnia la Procura di Milano ha chiuso le indagini nel confronti di Piero Amara e del suo ex collaboratore Giuseppe Calafiore per il lungo elenco di nomi di persone, tra cui parecchi esponenti del mondo delle istituzioni, economia e forze dell’ordine, che a loro dire avrebbero fatto parte della fantomatica Loggia Ungheria.
Da quanto si è saputo, ieri ai due indagati è stato notificato l’avviso di conclusione dell’inchiesta in vista della richiesta di processo.
Originariamente le parti offese erano 64 e ora sono diminuite, in quanto alcune sarebbero state solo diffamate e quindi separate dal fascicolo principale, e altre sono state trasmesse per competenza ad altre Procure. Tra i calunniati ci sono, per esempio, l’ex Guardasigilli Paola Severino, l’ex sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, l’ex vice presidente del Csm Michele Vietti, l’ex consigliere sempre del Csm Sebastiano Ardita, l’ex primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio, l’ex comandante generale della Guarda di Finanza Giuseppe Zafarana, il Procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo e Antonello Racanelli, magistrato in servizio a Roma. A inizio luglio dello scorso anno, la Procura di Perugia aveva chiesto l’archiviazione del procedimento sulla fantomatica «Loggia Ungheria», scaturito proprio dagli ormai noti verbali resi nel capoluogo lombardo dall’avvocato Piero Amara nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto «falso complotto Eni». Indagine e verbali finiti al centro pure del noto scontro tra le toghe milanesi, con inchieste e processi scaturiti a Brescia.
La Procura di Perugia, poi, ha trasmesso tutti gli atti ai colleghi milanesi che hanno indagato appunto sulle ipotesi di «calunnia e autocalunnia» che si sarebbero verificate nel capoluogo lombardo, dove l’ex legale esterno di Eni aveva reso quelle dichiarazioni.