Trattativa Stato-Mafia: sentenza della Cassazione ci porta indietro di trent’anni
di Salvatore Borsellino - Assolti “per non avere commesso il fatto”, non perché “il fatto non costituisce reato” ma per non avere commesso il fatto, così recita una sentenza della Cassazione che ci riporta ai tempi di Corrado Carnevale, più di trenta anni indietro.
È una sentenza tombale, vengono prescritti anche i reati compiuti dalla controparte mafiosa, viene sancita la definitiva rinuncia dello Stato a fare Giustizia, ad accertare la Verità.
Il nostro Stato non è, e forse non è mai stato, uno Stato di diritto.
Siamo stati degli illusi a credere che lo Stato potesse processare sé stesso perché “il fatto” c’è stato, ci sono state le stragi, c’è stato il furto dell’Agenda Rossa, ci sono stati i depistaggi ma non ci sono i colpevoli o meglio perché i colpevoli ci sono, ma sono dentro alle stesse strutture di questo Stato assassino e depistatore e quindi sono intoccabili.
Non è questo, non può essere questo lo Stato per cui ha sacrificato la vita mio fratello e solo per rispetto al suo sacrificio non posso e non devo aggiungere altro.
Non ho mai creduto alla Giustizia degli uomini, sono laico e non posso quindi confidare neanche nella Giustizia di Dio, non mi resta, nei pochi anni che mi restato da vivere, che la lotta, una lotta disperata, solitaria, senza speranza, per una Verità che continuerà ad essere occultata, vilipesa, negata dagli stessi assassini che mai, mai, potranno giudicare sé stessi.