Ponte, l’Anac: Obblighi precisi e attenzione ai subappalti
Definire costi, tempi di realizzazione e assunzione dei rischi: evitando e vigilando sui subappalti a cascata. L’Autorità nazionale anticorruzione indica a governo e Parlamento «obblighi precisi» da fissare per il contraente generale nella realizzazione del Ponte sullo Stretto perché, è il monito del presidente Giuseppe Busia, il decreto approvato dal Consiglio dei ministri «ha determinato una posizione di vantaggio del contraente generale privato». Insomma al momento ci sarebbero, secondo l’Anac, troppi vantaggi ai privati senza obblighi.
L’occasione per fare il punto è stata la due giorni di audizioni alla Camera dove dai pareri di tecnici, esperti, rappresentanti di istituzioni ed enti locali, è emerso un sostanziale consenso alla realizzazione del Ponte sullo Stretto ma a determinate condizioni, due su tutte: la contestuale realizzazione delle altre opere infrastrutturali di cui Sicilia e Calabria hanno bisogno, anche per sfruttare a pieno le potenzialità del Ponte, unitamente al coinvolgimento dei territori e delle comunità locali interessate, con le città di Messina e Villa San Giovanni che chiedono di essere inserite nella governance.
Ad esaminare con attenzione le zone d’ombra del decreto, il cui esame a Montecitorio è iniziato due settimane fa, è l’Anac, che in dettaglio ha spiegato come il provvedimento abbia «riconosciuto valido il progetto del 2011, evitando la gara pubblica, senza aver risolto il contenzioso precedente, non stabilendo obblighi in capo al contraente generale sui tempi di realizzazione dell’opera, i costi e l’assunzione di tutti i rischi». In altre parole, ha sottolineato il presidente Busìa, "è stato assegnato al privato un notevole potere contrattuale, che va bilanciato modificando il decreto in sede di conversione in legge». Ma non solo, perché l’Autorità ha messo in guardia anche sulla necessità di osservare alcuni vincoli europei: «Se si vuole evitare la gara - ha detto Busìa - occorre rispettare quanto previsto dall’articolo 72 della direttiva europea, che pone un limite invalicabile, e cioè che l’aumento dei costi non debba superare il 50%». Costi che il Def ha già fatto salire a 14,6 miliardi - mettendo in risalto l’assenza al momento di una copertura - contro i 10 di cui si era parlato in precedenza Altro obbligo poi da inserire, secondo l’Anac, riguarda i subappalti, che vanno «controllati in modo particolare sia per ragioni di legalità che di natura tecnica», evitando quindi "nocivi subappalti a cascata». Altri strumenti da mettere in campo sono «la verifica delle imprese con la white list» e soprattutto «la digitalizzazione dell’intero iter dell’opera, così da renderlo trasparente e verificabile».