L’Asp di Messina “licenzia” in anticipo i lavoratori Covid: “Inaccettabile, la Regione ha detto altro”
I lavoratori Covid dell’Asp di Messina sono stati mandati a casa. Ieri hanno ricevuto “inspiegabilmente – scrivono in una nota – comunicazione di cessazione anticipata del proprio contratto di lavoro”. Il Coordinamento dei lavoratori si è detto “stupefatto dalla scelta effettuata dalla direzione strategica dell’Asp di Messina di far cessare tutti i contratti in essere dei lavoratori assunti nell’ambito dell’emergenza Covid-19, prima della loro naturale scadenza fissata al 28 febbraio 2023 dall’Azienda anche sulla scorta delle indicazioni dell’assessorato alla Sanità, protocollate il 29 dicembre. La determinazione dell’Asp di Messina – scrivono i lavoratori – si pone in netta controtendenza non solo rispetto a quanto autorizzato dall’assessorato competente ma anche con quanto disposto, per iscritto, il 16 gennaio, con la quale ha sottolineato il necessario mantenimento dei lavoratori. E si spiega che il supporto apprestato dai professionisti con incarico libero professionale risulta essenziale per la prosecuzione delle attività di contrasto alla pandemia e per le attività residuali.
Viene affermato che ‘Si è considerato, invece, di prevedere la scadenza al 28 febbraio 2023 per gli Assistenti tecnici informatici (74 unità) in quanto ritenuti necessari per la gestione delle piattaforme informatiche e per la attività informatiche previste per i servizi vaccinali, per il dipartimento di Prevenzione e per altre strutture aziendali attualmente carenti di questo profilo; 2per i Collaboratori amministrativi professionali (19 unità residue) necessari per le procedure connesse alla pandemia relative ad acquisizione di beni e servizi, reclutamento/proroghe, trattamento giuridico ed economico del personale a vario titolo reclutato nell’ambito dell’emergenza, della registrazione, verifica e contabilizzazione delle fatture, delle partiche relative al personale in regime di convenzione per le Uca, delle attività in capo ai Distretti sanitari e al Dipartimento di prevenzione, della liquidazione dei rimborsi spesa dovuti alle associazione di volontariato etc… (tutte attività per le quali, avuto riguardo agli specifici e complessi adempimenti da compiere, risulta necessaria la specifica figura del Collaboratore Amministrativo
Professionale); Personale Amministrativo generico – avviso Protezione civile (15 unità) per le attività
amministrative residuali di base e non professionalizzanti connesse alla campagna vaccinale; Giornalista (1 unità) per le necessarie attività di comunicazione; Ingegnere Elettronico per la gestione delle piattaforme informatiche Covid; Infermieri (17 unità) per garantire le attività di somministrazione connesse alla campagna vaccinale”. Non si comprende, pertanto – evidenziano i lavoratori – quale evento oggettivamente rilevabile sia intervenuto fra il 16 e il 24 gennaio tale da far riconsiderare il fabbisogno di personale necessario fino al 28 febbraio, prevedendo, invece, con deliberazione del 30 gennaio la scadenza di tutti i contratti al al 3 febbraio 2023″.
E ancora: “Tale determinazione non appare essere il frutto di una oggettiva valutazione del reale fabbisogno, bensì, una discutibilissima misura volta a far cessare le polemiche avanzate dagli altri professionisti che, per varie ragioni, hanno visto cessare il proprio contratto in data 16 gennaio. Tale proroga, autorizzata dal competente assessorato di concerto con la presidenza della Regione, come può chiaramente evincersi dalla citata nota assessoriale del 29 dicembre 2022, si pone, infatti, il duplice obiettivo di garantire il diritto alla salute e alla cura dei cittadini tramite l’erogazione dei servizi essenziali affrontando così eventuali carenze del personale in organico delle singole Aziende sanitarie, ma ha anche l’ulteriore obiettivo di dare la possibilità di attenzionare gli sviluppi normativi in merito alla possibile ricollocazione anche in altri enti delle figure professionali in questione. La circostanza relativa al ricollocamento del personale in un’ottica di miglioramento dei servizi alla comunità con l’apporto del personale “Covid” veniva persino confermata, con toni trionfalistici, dal Commissario straordinario Bernardo Alagna in diverse occasioni pubbliche e in conferenza stampa”.