FOTO E NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI – MESSINA: GIOSTRA, 12 MISURE CAUTELARI. SGOMINATA UN’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA AL FURTO, ALLA RICETTAZIONE, AL RICICLAGGIO ED ALL’ESTORSIONE
I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina Maria Militello, su richiesta (del 23 giugno scorso) della locale Procura della Repubblica (l’indagine è stata coordinata dal sostituto Giuseppe Adornato), nei confronti di 12 persone, per associazione a delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione, al riciclaggio ed all’estorsione.
I NOMI -
La misura della custodia in carcere è stata disposta per:
Alessio Nostro, Messina 25.2.1990
Alfonso Gabriele Fratacci, Messina 14.12.1981
Gaetano Batessa, Messina 18.9.1988
Pietro Micali, Messina 26.5.1988
Ai domiciliari:
Francesco Bucalo, Messina 20.3.1992
Nunzio Buscemi, Messina 10.8.1981
Obbligo di firma:
Massimiliano Santapaola, Messina 9.1.1972
Giuseppe Astuto, Messina 4.8.1992
Giovanni Cantarella, Acireale 6.5.1985
Marcello Nunnari, Messina 20.11.1987
Pippo Molonia, Messina 24.4.1995
Natale Schifilliti, Messina 18.6.1994
Risultano indagati anche: Angela Recupero, Giuseppe Nicolosi, Giuseppe Previti, Nicola Ieni e Antonino Margareci.
Il provvedimento cautelare odierno interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.
In particolare, la complessa attività investigativa svolta, iniziata ad agosto del 2021 e condotta dagli specialisti del GICO del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina (coordinati dal comandate del nucleo, il tenente colonnello Emanuele Camerota), ha consentito di individuare un agguerrito gruppo criminale, operante nel noto rione “Giostra” del capoluogo peloritano, dedito alla commissione, strutturata, di numerosissimi reati predatori.
L’analisi delle risultanze investigative, unita alla minuziosa ricostruzione delle articolate dinamiche comunicative poste in essere dai soggetti indagati - caratterizzate da elevata cripticità e linguaggio convenzionale, ricorso a sms, chat, comunicazioni triangolari e spesso mediate - ha permesso la completa identificazione di tutti i membri del sodalizio criminale che, in modo continuativo e metodico, sono risultati dediti alla commissione di:
• furti e connessi episodi di riciclaggio e ricettazione di autovetture e ciclomotori, ovvero di pezzi meccanici e di carrozzeria riferibili a mezzi rubati;
• deplorevoli pratiche estorsive nei confronti delle numerose vittime, proponendo loro di pagare somme di denaro con l’implicita minaccia, ove non avessero aderito, di perdere definitivamente il mezzo rubato: il classico “riscatto”, più noto come “cavallo di ritorno”.
Nel merito, l’attività svolta ha documentato un consolidato modus operandi, consistente:
• nell’esecuzione notturna dei furti;
• nel reperimento di parti meccaniche e di carrozzeria, di provenienza illecita, rivenduti sul web ovvero, su richiesta, a titolari di officine compiacenti;
• nella proposta di riscatto al proprietario del mezzo rubato, attraverso il meccanismo del nominato “cavallo di ritorno”;
• nella successiva equa divisione dei profitti dell’attività illecita.
Singolare, poi, è risultata la circostanza come il gruppo oggi represso godesse di un “consolidato riconoscimento” nel contesto territoriale messinese: allorquando un mezzo veniva rubato in una determinata zona, le persone offese o eventuali intermediari risultavano consapevoli di doversi loro rivolgere per il relativo tentativo di recupero.
Parimenti, le indagini hanno altresì documentato consolidati rapporti con paritetici ambienti criminali catanesi, talché anche eventuali furti compiuti “in trasferta” ben potevano essere recuperati anche in quella provincia.
La spregiudicatezza e la pericolosità dei componenti dell’organizzazione si è poi manifestata, nel corso delle indagini, allorquando, a fronte di un inseguimento da parte delle Forze di Polizia, un indagato, oggi ristretto in carcere, si è dato ad una precipitosa fuga nel centro cittadino, che ha anche provocato un incidente che ha coinvolto un mezzo delle Forze dell’Ordine, per poi fuggire e lanciarsi nel vuoto di una scarpata stradale della periferia.
I legali impegnati nella difesa sono gli avvocati Salvatore Silvestro, Daniela Garufi, Maria Panebianco e Alessandro Trovato.