Il concerto: La ‘combriccola’ dei 40mila per Vasco
Di Francesco Triolo - Messina - Una carica di adrenalina pazzesca, un viaggio nel tempo dagli anni 80’ al 2020 scandito da una parola: legame. Perché Vasco Rossi unisce le generazioni, gli stili, epoche diverse di un paese che per una sera, ai suoi concerti, si ritrova a formare un’unica onda di emozioni.
E non è un caso che sugli spalti dello stadio Franco Scoglio di Messina ci siano genitori e figli, insieme. C’è il medico che cantava le prime canzoni del Blasco a Letojanni, nel 1983, il primo concerto di Vasco Rossi in Sicilia e ieri pomeriggio si è messo in fila accompagnato con la figlia. C’è una famiglia intera che è arrivata la mattina presto da Vibo Valentia. «Da giovane facevo le nottate per vedere Vasco, adesso non potevo dire no alle mie due figlie». Che sorridono. Arrivano da Augusta, da Catania, c’è chi “gioca in casa” ma si è messo comunque in fila. «I concerti di Vasco iniziano il giorno prima e non finiscono nemmeno il giorno dopo». Il primo di tutti è arrivato domenica sera, è di Patti. «Ottanta chilometri da qui, siamo stati la prima tenda ma per Vasco si fa questo ed altro, vederlo dal vivo è una sensazione stupenda».
L’organizzazione è capillare, curata da “Musica da Bere” di Carmelo Costa col supporto di Lello Manfredi, per arrivare nelle strade adiacenti il Franco Scoglio occorre superare diversi check point, in tanti arrivano a piedi dopo aver parcheggiato l’auto sulla Statale. La fatica della salita non si sente, anche se qualcuno immagina già il ritorno a notte fonda. Ma fa nulla.
Lo stadio inizia a gonfiarsi del popolo di Vasco sin dall’apertura delle porte, alle 15, mentre sugli smartphone dei fans si scorrono le fotografie del Blasco che si gode il panorama della baia di Taormina. Il colpo d’occhio, un’ora prima dell’inizio fissato del concerto, è incredibile. In 40mila (forse di più) sono pronti ad accogliere il rocker di Zocca. Il palco è immenso, un colpo d’occhio. Poi le luci che si spengono, il boato e la prima di 30 canzoni in scaletta. Si parte subito con XI Comandamento, poi i successi di quarant’anni di carriera con successi come “Ti prendo e ti porto via”, “Se ti potessi dire”, “Senza parole”, “Un senso” “L’amore, l’amore”, “Interludio”, “Tu ce l’hai con me”, “C’è chi dice no”, “Gli spari sopra” e ancora “Stupendo”, “Siamo soli”, “Una canzone d’amore buttata via”, “Rewind”, “Delusa”, “Eh già”, “Siamo qui”, “Tofee”, “Sally”, “Anima fragile”, “Siamo solo noi”, “Vita spericolata”, “Canzone” e infine “Albachiara”, la poesia del Blasco che ha attraversato gli anni e le generazioni ma è sempre quella cantata a squarciagola, che ci si porta dietro come melodia nel viaggio di ritorno a casa. Fonte: La Sicilia