
I nomi coinvolti nell’inchiesta: Un consigliere di quartiere e il gestore di un bar a capo del gruppo
Gli arresti sono scattati in piena notte. In molti si sono accorti degli elicotteri della Guardia di Finanza che hanno sorvolato alcuni quartieri della zona sud di Messina. Sono in tutto 22 gli arresti, 9 in carcere e 13 ai domiciliari, eseguiti su ordinanza emessa dal gip Eugenio Fiorentino. Gli indagati sono in tutto 26.
La custodia in carcere è stata disposta nei confronti di Letterio Arcolaci, 44 anni, nato a Messina, dipendente di Rfi e consigliere della Terza Circoscrizione; Salvatore Barretta, 52 anni nato a Lentini; Nicola Cainero, 50 anni nato a Udine; Antonino Messina, 32 anni nato a Messina; Emanuele Milia, 37 anni nato a Messina; Francesco Orlando, 41 anni nato a Alcamo (Trapani); Angelo Repoli, 48 anni, nato a Sant’Agata di Militello; Carmelo Salvo, 52 anni nato a Messina, gestore del bar Manhattan; Ignazio Vadalà, 44 anni nato a Messina.
È stata applicata la misura degli arresti domiciliari nei confronti di: Gaetano Arcolaci, 69 anni, nato a Messina; Giuseppe Costa, 37 anni, nato a Messina; Giuseppe De Salvo, 56 anni, nato a Messina; Danilo Ferrantelli, 24 anni, nato ad Alcamo (Trapani); Riccardo Lopes, 29 anni, nato a Messina; Francesco Ricciari, 27 anni, nato ad Augusta (Siracusa); Domenico Zannino, 35 anni, nato a Soriano Calabro (Catanzaro); Domenico Arena, 58 anni, nato a Messina; Francesco Aversa , 65 anni, nato a Messina; Antonio Basile, 34 anni, nato a Frosinone; Carmelo Calabrò, 22 anni, nato a Messina; Antonella Chiera, 33 anni, nata a Soriano Calabro (Catanzaro), e Giuseppe Lo Medico, 33 anni, nato a Messina.
Secondo gli investigatori a capo dell’organizzazione c’erano Carmelo Salvo e Letterio Arcolaci che si sarebbero occupati delle principali attività del gruppo come l’organizzazione delle linee di gioco, la contrattazione con i provider che forniscono le piattaforme illegali ( le skin .com) per la successiva concessione, corrispondendo i costi di utilizzo, la gestione delle piattaforme e la loro distribuzione secondo i vari ruoli e la raccolta dei proventi dell’attività di gioco che in parte servivano per pagare i provider e la gestione della “cassa comune”.
Non è stata applicata nessuna misura nei confronti di Teodoro Aversa 61 anni, Antonio Caliò 41 anni, Giuseppe Cambria 52 anni, Salvatore Cipriano 43 anni, tutti di Messina.