28 Febbraio 2025 Giudiziaria

Tricolore e Costituzione: 8 toghe su 10 in sciopero

Per la prima volta dai tempi dei governi di Silvio Berlusconi c’è il rischio concreto che i pubblici ministeri dipendano, nei fatti, dal governo di turno se diventerà legge costituzionale la separazione delle carriere, già approvata in prima lettura alla Camera. 
È con questo tentativo in corso di sovvertimento dei principi costituzionali che si spiega il successo dello sciopero dei magistrati che ha sfiorato, dice l’Anm, di media “l’80%”. Alle iniziative dei magistrati in tutta Italia c’è stata l’adesione di artisti come Antonio Albanese e Nicola Piovani; degli scrittori Gianrico Carofiglio (ex pm), Dacia Maraini e Maurizio de Giovanni; di costituzionalisti come Roberto Zaccaria, della Fnsi, della Cgil, di associazioni come Libera, che dice: “Giù le mani da Falcone”, riferendosi a chi lo mette nell’elenco dei sostenitori della separazione delle carriere, come il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
L’immagine che resterà impressa della giornata di ieri è quella dei magistrati sulle scalinate della Cassazione con la toga sulla spalla, coccarda tricolore al petto e Costituzione in mano. Stessa cosa davanti a tanti palazzi di giustizia, a partire da quello di Milano che ci rimanda al 2013 quando su quelle scalinate, invece, c’erano parlamentari del Popolo della libertà contro i magistrati “persecutori” dell’imputato ed ex premier Berlusconi. Ed è il presidente del tribunale milanese, Fabio Roia, a mettere il dito nella piaga di questa maggioranza che attacca le toghe non allineate: “Ho paura quando non si rispettano le sentenze e si vogliono sentenze in base alle aspettative politiche o alla piazza”. Il neo presidente dell’Anm, Cesare Parodi, spiega che “non è uno sciopero contro qualcuno, ma a difesa di alcuni principi della Costituzione”. Il concetto è stato ribadito anche dai leader delle altre correnti, Giovanni Zaccaro di Area, Stefano Musolino di Md, le correnti progressiste, Rosella Marro della centrista Unicost.
Assemblee e volantinaggi si sono svolti in tutta Italia. A Roma, all’assemblea nel cinema Adriano, il segretario dell’Anm Rocco Maruotti ha letto il messaggio di Piovani: “Aderisco con convinzione e sentimento. Quando si tratta di difendere la Costituzione ognuno deve dare il suo contributo”. Poi quello di Maraini: “Sono con voi dalla parte della nostra bella Costituzione per la libertà e autonomia della magistratura”. Tra gli altri, è intervenuto Carofiglio: “Condivido le ragioni e le preoccupazioni alla base dello sciopero, ma serve la capacità di dire le cose in maniera chiara” in modo che “i cittadini possano capire”. A Genova, Albanese ha letto brani di Piero Calamandrei, “uomo di un’attualità impressionante”. In video-collegamento c’era il direttore del Fatto, Marco Travaglio. A Bologna, il presidente del tribunale Pasquale Liccardo ha ricordato che pm e giudici sono “soggetti soltanto alla legge” hanno cercato verità “non preconfezionate” sulle stragi. A Napoli, Nicola Gratteri si è schierato contro la separazione delle carriere, ma dicendo una cosa che “non piace ai magistrati”: ok al sorteggio dei togati e laici del Csm. Per De Giovanni la riforma è “scellerata. Chiunque ha voce deve dire no”. Il 5 marzo, Giorgia Meloni incontrerà l’Anm, si prevede un nulla di fatto: per le toghe la riforma va ritirata.