31 Gennaio 2025 Politica e Sindacato

Appalti selvaggi, bassi salari, mancato rispetto delle norme sulla sicurezza: benvenuti nella cantieristica navale

Dossier della Fiom-Cgil Messina sulla cantieristica navale. Oggi l’assemblea con i lavoratori del comparto. Il sindacato chiede alla Prefettura un tavolo tecnico. Appalti selvaggi, bassi salari, intensità di lavoro, mancato rispetto delle norme sulla sicurezza: è il quadro del lavoro nelle principali imprese della navalmeccanica di Messina secondo quanto emerge dal report Fiom.

“Un settore che in questi anni ha subito una contrazione: poco meno di 15 anni fa – dice il dossier del sindacato – l’area intorno a Messina era ancora il principale polo dell’industria nautica, seguito dalle province di Palermo e Trapani e si caratterizzava come polo della cantieristica da diporto, essendovi concentrato il 36% delle imprese nautiche del comparto. “Oggi – ha detto Daniele David, segretario della Fiom di Messina, – rimangono solo piccole aziende legate alle commesse di enti pubblici, impoverite da un modello di sub fornitura e di manutenzione senza significative prospettive di crescita”. Le principali imprese della navalmeccanica della città di Messina, emerge dallo studio, impegnano complessivamente (tra diretto e indotto) circa 400 addetti: il cantiere navale Intermarine Spa ha 70 operai diretti e circa 30 di indotto, i cantieri navali dello stretto ha 42 dipendenti diretti e circa 120 operai di indotto, il cantiere navale Palumbo conta 30 operai diretti e circa 100 unità come indotto.

“Appena 15 anni fa, il rapporto fra lavoratori diretti dipendenti dei cantieri navali e lavoratori in appalto era di uno ogni cinque. Oggi c’è un lavoratore diretto, in media, ogni otto lavoratori degli appalti, in certi casi uno su dieci”. La Fiom ritiene fondamentale il rilancio del comparto: “Diversi studi – dice il dossier – ne hanno mostrato la capacità moltiplicativa occupazionale: 100 nuove unità di lavoro nel cluster marittimo attivano 176 unità di lavoro nell’economia italiana e per ogni euro di valore aggiunto prodotto se ne attivano 2,5 nel resto dell’economia”. “Servono investimenti – ha sostenuto Francesco Foti – segretario generale della Fiom Cgil Sicilia – per il rilancio della cantieristica e la redistribuzione del lavoro nell’area stessa – oggi riscontriamo una pericolosa tendenza alla delocalizzazione in altri paesi delle attività di costruzione e riparazione, che va fermata. Come il Gruppo Caronte che ha spostato in Turchia la costruzione di diverse navi per un investimento totale di 250 milioni di euro”. Il sindacato chiede anche che “venga data dignità al lavoro”.

La Fiom di Messina nei mesi scorsi aveva reso noto un clima di paura legato alle incertezze occupazionali e salariali che producono anche effetti negativi sulla sicurezza, come puntualmente denunciato dal sindacato agli enti preposti. La Fiom chiede alla prefettura di istituire un tavolo tecnico con l’Autorità portuale di sistema dello Stretto, il Comune di Messina e la Regione Siciliana con i loro assessorati alle attività produttive e le organizzazioni sindacali per affrontare le contraddizioni evidenziate nel dossier – che prende in esame la situazione specifica di ogni singolo cantiere, e attivare tutte le iniziative necessarie (investimenti, infrastrutture e trasparenza negli appalti) per il rilancio del settore a partire da un immediato intervento per il bacino in questo momento in concessione alla Palumbo Spa. Il sindacato chiede anche il coinvolgimento del mondo della ricerca scientifica, compresa l’Università,  per una strategia industriale che metta al centro del rilancio del settore la tutela ambientale e l’innovazione tecnologica e ponga le basi per la ricostruzione di quel patto di cittadinanza “che risulta oggi compromesso”. “L’avvio su nuove basi pubbliche di un vero Distretto Tecnologico della cantieristica navale potrà favorire- conclude il documento – l’evoluzione delle imprese, che devono investire realmente nel territorio, nella loro responsabilità sociale, nella qualità della produzione e nella tutela dei lavoratori”.

“Consideriamo il comparto della cantieristica navale – ha aggiunto il segretario generale della Cgil Messina, Pietro Patti – strategico per il territorio messinese e per questo chiediamo alle istituzioni di farsi carico del suo rilancio. Riteniamo che il tavolo tecnico che il sindacato chiede può rappresentare un importante momento di confronto e di proposte, per la tutela dei lavoratori e per lo sviluppo del settore”.