8 Gennaio 2025 Giudiziaria

Comm. Antimafia: Ascari sotto attacco. La denuncia dell’avv. di Avola, Ugo Colonna. Il legale Fabio Repici, “Ascari non ha fatto riferimenti nemmeno generici a luoghi di lavoro o di abitazione di Avola”

Prima Roberto Scarpinato, ex procuratore generale di Palermo e poi senatore, assieme al collega Federico Cafiero de Raho (ex procuratore nazionale antimafia); oggi è il turno della deputata Stefania Ascari.

Non si ferma la campagna di delegittimazione di Fratelli D'Italia che, attraverso accuse risibili, sta cercando di esautorare tutti i componenti della commissione antimafia che indagano sulle pagine oscure della storia stragista.

Nello specifico la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha trasmesso una segnalazione alla Procura di Roma, accusando la deputata Ascari di violazione del segreto, come previsto dall'articolo 18 del regolamento di Palazzo San Macuto. Secondo Colosimo, esponente di punta di Fratelli d'Italia, la Ascari avrebbe formulato domande al giornalista Michele Santoro durante l'audizione avvenuta lo scorso 27 novembre, utilizzando informazioni presumibilmente provenienti da atti precedentemente secretati. Tali atti, secondo la versione di FdI, erano stati resi riservati su richiesta dell'avvocato Fabio Repici, il quale era stato ascoltato un anno fa nel corso di quattro lunghe sedute (foto), alcune delle quali svolte in forma riservata su esplicita richiesta dello stesso legale.

"Ai colleghi di FdI che stanno provando a cavalcare un articolo uscito oggi su un quotidiano - ha detto la deputata - suggerisco di fermare ogni speculazione perché non sanno di cosa si parla e stanno solo facendo l'ennesima operazione calunniosa piena di schizzi di fango. Nel porre in commissione Antimafia una domanda a Michele Santoro, non ho rivelato informazioni coperte da segreto". "L'audizione in questione - ha aggiunto - è quella dell'avvocato Fabio Repici, che aveva chiesto la secretazione solo per ragioni di sua strategia difensiva, non volendo renderla nota da subito, prima che egli stesso esaminasse con Maurizio Avola in un'udienza davanti al Gip di Caltanissetta poi tenutasi il 25 e 26 giugno 2024. Infatti, l’avvocato Repici ha chiesto la desecretazione dell’audizione, essendo venute meno da mesi le ragioni della riservatezza. Tutte le informazioni che ho riferito non sono segrete perché contenute nel fascicolo del procedimento pendente a Caltanissetta a carico di Avola e di altri soggetti. Parliamo di un atto depositato, messo a disposizione delle parti in vista dell’udienza, poi tenutasi il 5 ottobre 2023, più di un anno prima rispetto al mio confronto con Santoro. Aggiungo che Maurizio Avola non è titolare di alcun programma di protezione. Non solo, buona parte di quelle informazioni sono facilmente reperibili nell'audizione in Antimafia dell’avvocato di Avola, Ugo Colonna. Non è un segreto che sulla credibilità di Avola ci siano fortissimi dubbi. Le sue 'rivelazioni' sul suo coinvolgimento nella Strage di via d’Amelio sono piene di buchi, contraddizioni, menzogne e incongruenze". "Non ho rivelato alcun segreto - ha ribadito - e svolgo il mio ruolo di parlamentare nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle cittadine e dell’accertamento della verità. Piuttosto, devo denunciare i tanti ostacoli che incontro costantemente in commissione Antimafia, dove sto cercando di promuovere vari comitati e diversi lavori d’inchiesta, ricevendo costantemente dinieghi, a dimostrazione del fatto che ci sono verità nascoste che qualcuno non vuole cercare. Chi come me vuole lavorare per portare a termine inchieste importanti al servizio della verità, viene regolarmente bloccato e delegittimato", conclude Ascari.
Ad aver scritto il 2 dicembre 2024 a Chiara Colosimo è stato l’avvocato Ugo Colonna, difensore di Maurizio Avola e anche dell’imprenditore citato da Stefania Ascari.
Come riportato dal 'Fatto' sarebbe stata denunciata la violazione del segreto da parte di Ascari e di fatto richiamando la presidente Colosimo al suo presunto obbligo di comunicare la presunta violazione alla procura di Roma e al presidente della camera.

La denuncia alla Procura di Roma

Ora sarà il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi che dovrà occuparsi del caso. Un elemento che potrebbe giocare un ruolo decisivo è la missiva inviata dall’avvocato Repici un paio di settimane fa con tanto di posta pec. Repici ha scritto alla presidente di aver chiesto l’audizione non pubblica con relativa consegna delle carte solo per evitare che Maurizio Avola potesse calibrare il suo racconto sulla scorta dei dati forniti da Repici. Gli atti consegnati comunque non possono essere considerati segreti perché nel procedimento di Avola e altri sono depositati da settembre 2023. Da tempo quindi indagati, parti offese e difensori li hanno letti e copiati. Per Repici, come per Ascari e per il M5S, non si può pensare che sia segreta una carta depositata in Commissione (in seduta segreta) se quella carta circola senza limiti alla divulgazione. Repici, come riporta sempre il ‘Fatto’ ha chiesto comunque a Colosimo di “sottrarre a ogni vincolo di riserbo l’intera mia audizione … e l’intera documentazione consegnata”. Ascari per Repici “non ha fatto riferimenti nemmeno generici a luoghi di lavoro o di abitazione di Avola”. Le domande poste dall’onorevole Stefania Ascari erano volte all’operato dell’impresa che ha assunto Maurizio Avola, evidenziando la stretta connessione temporale, avvenuta nel 2020, tra la sua assunzione presso quella società e la decisione di rilasciare dichiarazioni auto ed etero-accusatorie relative alla strage di via d’Amelio. Nella sua missiva Repici replica “rimane fermo che dopo la proposta di assunzione del 2018 Avola non aveva rilasciato dichiarazioni e dopo l’assunzione effettiva sì”. In conclusione, al di là delle specificità delle vari casi, è palese che le critiche contro il vicepresidente della Commissione, Federico Cafiero de Raho e gli attacchi a Roberto Scarpinato per il suo ruolo nella Procura di Palermo durante l’indagine Mafia-Appalti, sono animati dalla volontà di 'epurare' al commissione antimafia da soggetti 'scomodi'.

Doppio binario, doppie misure

Perché, è lecito chiedersi, non è stata presentata una denuncia alla procura capitolina quando La Verità ha svelato le conversazioni intercettate dai pm di Caltanissetta tra l’ex pm Gioacchino Natoli e il senatore Roberto Scarpinato?
In base a quello che riporta il ‘Fatto’ certe fonti “vicine alla presidenza della Commissione sul punto spiegano che quelle carte, trasmesse alla Presidente Colosimo dalla Procura di Caltanissetta, non erano state ancora depositate negli archivi”.
Quindi l’atto di acquisire e rivelare ( ma non a Scarpinato ) i contenuti degli atti dell’inchiesta di Caltanissetta hanno provocato una rivelazione del segreto investigativo. Non presunta.
Quindi perché non ha provveduto a far pervenire regolare denuncia alla procura capitolina?
La risposta è squisitamente politica: “Lo sono Giorgia. Loro possono fare tutto perchè sono Giorgia” disse anzitempo il parlamentare pentastellato Ettore Licheri.
Il tempo gli ha dato ragione.

Fonte: Ilfattoquotidiano.it