La “crisi dei cantieri navali nel Messinese”, mille lavoratori a rischio: denuncia dei sindacati
E’ “drammatica” la situazione della cantieristica navale nel messinese, dove “storiche realtà rischiano di chiudere e un migliaio di addetti di perdere il lavoro”. E’ la denuncia della Fiom Cgil Sicilia e di Messina dopo le assemblee dei giorni scorsi nei cantieri dell’area, in vista anche del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. “Sono emerse realtà di grande crisi”, dicono i segretari della Fiom Sicilia e di Messina, Francesco Foti e Daniele David che annunciano la presentazione di un dossier sulla situazione dei singoli cantieri che intendono presentare alle istituzioni - al Comune, alla Regione e alla Prefettura – inisieme alla richiesta di apertura di un tavolo dal quale scaturisca un impegno concreto a difesa dei siti produttivi e del lavoro”. I due esponenti sindacali affermano: “Al Cantiere Palumbo c’era un piano industriale che prevedeva investimenti e assunzioni, ma non è stato mai attuato. Il cantiere è in stato di abbandono e l’Autorità portuale fa sapere che dal 2026 potrebbe non avere più l’idoneità a proseguire l’attività. Peraltro- rilevano Foti e David- essendo stato frazionato in una spa e una srl, i lavoratori, anche con stessa mansione, hanno trattamenti diversi”.
Ai Cantieri dello Stretto “la gran parte delle attività sono svolte in supappalto e si scontano tante violazioni contrattuali, come la mancata applicazione dell’istituto Meta Salute”.
Criticità anche alla Liberty Lines “ dove ancora- dicono Foti e David – siamo in attesa di un incontro con l’azienda per la piattaforma rivendicativa presentata da Fiom Messina”.