Condannato in appello a 3 anni e 3 mesi il notaio messinese Coltraro
I giudici della Corte d'appello di Catania hanno condannato l'ex parlamentare regionale e notaio di Messina, Giambattista Coltraro a 3 anni e 3 mesi di reclusione per falso in atto pubblico. Eletto nella lista Movimento popolare Crocetta presidente, fu indagato nel 2015 nell’inchiesta "Terre emerse" della Procura di Siracusa che culminò con l'arresto di 11 persone per l’acquisizione illecita di terreni del valore di circa 3 milioni di euro. La posizione di Coltraro è stata stralciata. In primo grado il Tribunale di Siracusa lo ha condannato a 6 anni e 5 mesi di reclusione. La riduzione della pena è stata dovuta al fatto che alcuni reati sono stati prescritti. L’ex parlamentare regionale è stato comunque condannato al risarcimento delle vittime che si sono costituite parte civile.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura, il carlentinese Antonino Carcione, a capo di un gruppo di persone, avvalendosi di atti pubblici falsi rogati dal notaio Giambattista Coltraro, tra il 2011 ed il 2014, anche con intimidazioni e danneggiamenti, avrebbe acquisito la disponibilità di oltre 2mila ettari di terreno appartenenti ad ignari proprietari e, con la complicità di ispettori dell'Agea, l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, avrebbe conseguito erogazioni pubbliche per oltre 200 mila euro. L'ex deputato ha sempre rigettato le accuse, ribadendo in più occasioni di aver messo la propria firma a quelle compravendite perché regolari anche in forza di quella procedura della “vendita a rischio e pericolo”. Per la Procura invece, l’acquisizione dei terreni sarebbe stata studiata a tavolino, con la selezione dei fondi, preferendo quelli nella disponibilità di persone molto anziane o in condizioni di debolezza socio economica. Nella disponibilità degli indagati, secondo l'accusa, sarebbero finiti anche terreni di proprietà del comune di Carlentini.