Processo Market Place, il pm chiede condanne pesanti. Le pene più alte chieste per Antonio Bonanno (30 anni), Stracuzzi (25 anni), Puglisi e Puleo (20 anni), e per le “donne dello spaccio” Vinci e Brigandì (18 anni)
È durata oltre un’ora la requisitoria del sostituto della Dda Francesco Massara al processo Market Place per i riti ordinari, davanti al collegio penale presieduto dalla giudice Monica Marino, ovvero il maxi traffico di droga a Giostra scoperto da un’indagine della Mobile, è alle battute finali.
Le richieste del pm.
Richieste di condanna molto pesanti per quasi tutti i 24 imputati del troncone processuale con il rito ordinario. Dai 2 anni e un mese fino a trent’anni di carcere.
Queste le richieste della procura: Antonio Bonanno (30 anni), Giuseppa Brigandì (18 anni), Joachim Maximilian Attardi (14 anni), Alessandro Bombaci (16 anni e 3 mesi), Carmelino Ingemi (16 anni e 3 mesi), Massimo Ingemi (16 anni e 3 mesi), Santo Giannino (16 anni e 3 mesi), Marco Trimboli (12 anni e un mese), Antonino Stracuzzi (25 anni), Antonio Ardizzone (6 anni), Veronica Vinci (18 anni), Luigi Vinci (16 anni), Edoardo Puglisi (20 anni e 8 mesi), Alessandro Ragonese (13 anni), Santo Pizzi (8 anni e 4 mesi), Natale Viola (3 anni e 3 mesi), Rosa Bonanno (2 anni e 6 mesi), Marco Fazio (12 anni e 3 mesi), Samuel Alessandro Urbino (12 anni e 4 mesi), Davide Puleo (20 anni e 8 mesi), Marzia Quartalaro Agliolo (12 anni e 2 mesi), Natale Paratore (2 anni e 6 mesi), Antonina Assenzio (2 anni e 6 mesi) e Melania Gallo (2 anni e un mese).
Le indagini. L’operazione Market Place è scattata nel 2021. All’epoca furono eseguiti 39 arresti, alcuni in carcere e altri ai domiciliari e furono eseguiti anche 13 obblighi di firma, oltre a sequestri di appartamenti e garage-cantine, auto, moto e altre utilità economiche. Nel rione di Giostra, che un collaboratore di giustizia aveva definito “la Scampia di Messina” in alcune palazzine di via Seminario Estivo, gli investigatori fecero emergere un impressionante traffico di sostanze stupefacenti. Secondo quanto emerse dalle indagini della Mobile c’erano due organizzazioni capaci di movimentare grosse quantità di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana, hashish e skunk) e di gestire una capillare distribuzione delle droghe, attraverso numerosi pusher, sia in città che in provincia. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali e le immagini delle telecamere di sorveglianza fecero emergere una vera e propria «centrale dello spaccio» localizzata nel plesso di case popolari di via Seminario Estivo. Un solo dato significativo: tra il 2016 e il 2017 i gruppi monitorati “collezionarono” ben 1062 capi d’imputazione, che per la totalità erano acquisti e cessioni di droga di tutti i tipi e di tutti i prezzi.