BAVAGLIO ALLA STAMPA: Dal 10 dicembre vietato pubblicare le ordinanze e forse anche i sequestri
Fra poco, i giornalisti potrebbero non avere più il diritto di scrivere di sequestri. Il governo ha infatti intenzione di ampliare ulteriormente il divieto di pubblicazione degli atti di indagine. Oltre alle misure cautelari personali, nell’elenco rientreranno anche i sequestri, il divieto e l’obbligo di dimora, il divieto di espatrio e le misure interdittive.
Come riportato dal Fatto Quotidiano, questa nuova norma è contenuta nel decreto legislativo che il ministro della Giustizia Carlo Nordio presenterà al Consiglio dei ministri lunedì prossimo, 9 dicembre.
E le conseguenze per chi violerà il divieto? Sono previste multe salatissime: fino a 500 mila euro per gli editori. Per fare un confronto, la sanzione massima per il reato di traffico di droga è di 300 mila euro. In sostanza, giornalisti ed editori rischiano pene economiche paragonabili, se non più severe, di quelle inflitte ai trafficanti di droga.
Il divieto aveva già ottenuto un ampio consenso nelle commissioni parlamentari, con il sostegno anche dei renziani di Italia Viva, che spesso si schierano con la destra sui temi della giustizia. Tuttavia, anche se la nuova disposizione dovesse incontrare resistenze, il decreto entrerà comunque in vigore il 10 dicembre, con o senza il divieto di pubblicazione dei sequestri.
La legge che vieta ai giornalisti di divulgare le ordinanze di custodia cautelare ha seguito un percorso travagliato. Nata come emendamento del deputato di Forza Italia Enrico Costa, e ribattezzata polemicamente “bavaglio” dalle associazioni della stampa, era stata approvata dal Parlamento a febbraio. Successivamente, il 5 settembre, il Consiglio dei ministri aveva dato il via libera preliminare al decreto legislativo.