Droga e telefonini introdotti in carcere a Barcellona, giudizio abbreviato per Campagna e Genovese
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Barcellona Giuseppe Caristia, preso atto che le due donne imputate – la dottoressa Antonella Campagna, 42 anni, di Messina e l'infermiera Maria Rosa Genovese, 63 anni, di Barcellona – a seguito della notifica del decreto di giudizio immediato richiesto nei loro confronti, hanno a loro volta formulato la richiesta di giudizio abbreviato, ha fissato la Camera di consiglio per il prossimo 9 settembre. Ne dà notizia il quotidiano Gazzetta del Sud. La scelta del giudizio abbreviato comporterà per entrambe, nell’ipotesi di condanna, uno sconto di pena pari ad un terzo. Infatti, su richiesta del procuratore della Repubblica Giuseppe Verzera e della sostituta procuratrice Emanuela Scali che inizialmente aveva richiesto per le due donne la custodia cautelare in carcere – che ancora permane – e successivamente il giudizio immediato ora trasformato in abbreviato, Campagna e Genovese, entrambe dipendenti del relativo Dipartimento dell'Asp di Messina, dovranno rispondere dei reati loro contestati dalla stessa pubblica accusa. Secondo l’ipotesi accusatoria, come si ricorderà, in concorso tra loro, avrebbero illegalmente introdotto all'inizio del turno di guardia medica, nella notte tra il 19 e 20 marzo scorso – all'interno della Casa circondariale di Barcellona – tre panetti di hascisc, telefonini di varie tipologie e numerosi accessori per telefoni e sim per gli stessi apparecchi telefonici.
Infatti per le stesse operatrici sanitarie, a seguito dell'arresto in flagranza di reato, e dell'iniziale assegnazione dei domiciliari lo scorso 20 marzo, all'indomani il presidente del Tribunale di Barcellona Giovanni De Marco, in funzione di giudice delle indagini preliminari, oltre a convalidare gli arresti delle due persone indagate, ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero Emanuela Scali ed ha emesso nei confronti del medico e dell'infermiera l'Ordinanza di custodia cautelare, applicando la misura della custodia cautelare in carcere. Ciò in quanto sussisterebbero “gravi ed univoci di reità a carico di entrambe le indagate”. Oltre alla sussistenza dei contestati indizi di reità, «sussistono le esigenze cautelari e in particolare “il concreto pericolo di reiterazione di analoghe condotte criminose”.
Per la sola dottoressa Antonella Campagna di recente la Corte di Cassazione – solo ai fini della custodia cautelare – ha ordinato un nuovo giudizio dinanzi al Tribunale del Riesame di Messina che ancora non è stato fissato.
La stessa dottoressa Campagna di Messina rimane nell’attesa rinchiusa nella Casa circondariale di Pagliarelli a Palermo; mentre l'infermiera Maria Rosa Genovese di Barcellona, è rinchiusa nella Casa circondariale di Reggio Emilia. Nella difesa sono impegnati gli avvocati Giuseppe Ciminata e Pinuccio Calabrò per l'infermiera Genovese; e gli avvocati Massimo Rizzo e Giuseppe Irrera per la dottoressa Campagna.