Inchiesta Asp, il gip ritiene rilevanti alcune “nuove” intercettazioni. Le ha “ripescate” dagli atti il legale dell’on. Tommaso Calderone
Una nuova puntata giudiziaria dell'indagine sull'Asp è rappresentata da un provvedimento emesso nei giorni scorsi dalla gip Ornella Pastore, che ha dichiarato rilevanti una serie di intercettazioni segnalate nelle sue istanze difensive all’indomani della chiusura delle indagini preliminari dall’on. Tommaso Calderone, uno dei dieci indagati dell’inchiesta, e dal suo legale, l’avvocato Fabio Repici.
A gennaio per questa inchiesta si era registrato l’atto di conclusione delle indagini preliminari siglato dalla pm Roberta la Speme e controfirmato dalla procuratrice aggiunta Rosa Raffa, con la riduzione del numero degli indagati dai tredici iniziali a dieci. Allo stato sono coinvolti per le vicende sanitarie l’ex commissario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna, uno solo dei quattro medici assunti dall’Asp per l’emergenza Covid-19, il dott. Domenico Sammataro (ipotesi di truffa sulle ore lavorative), l’ex dg dell’Asp di Messina Paolo La Paglia, il parlamentare barcellonese e avvocato Tommaso Calderone (oggi è deputato nazionale ma i fatti contestati si riferiscono alla sua permanenza all’Ars come deputato regionale, n.d.r.), il segretario particolare del parlamentare, Alessio Arlotta, e poi l’infermiere in servizio all’ospedale di Barcellona Felice Giunta e il dipendente della ditta Medimed Alessandro Amatori (per i due l’ipotesi è di falso).
Cosa è successo dopo la chiusura delle indagini preliminari lo spiega nel suo recente provvedimento la gip Pastore dopo la richiesta dell’on. Calderone di “riammettere” una serie di intercettazioni “scartate” in precedenza. La gip spiega che a maggio «il pm, a seguito delle memorie depositate nell’interesse dell’indagato, ha ritenuto rilevanti le conversazioni meglio indicate nel predetto provvedimento». E dopo aver sentito le ragioni di accusa e difesa in un’udienza camerale, venerdì scorso, la gip Pastore ci dice che l’on. Calderone ha reso un interrogatorio il 27 febbraio, ha depositato una memoria il 5 marzo 2024 e un’altra all’udienza di venerdì scorso. Poi conclude: «... le argomentazioni difensive appaiono condivisibili e pertanto, avuto riguardo al contenuto delle conversazioni già trascritte e alle contestazioni mosse all’indagato in sede di avviso ex art. 415 bis c.p.p., deve ritenersi la rilevanza delle conversazioni indicate nelle memorie difensive del 25 e 26 febbraio 2024, ritenute non rilevanti dall’ufficio di Procura».