12 Giugno 2024 Attualità

Sedici anni senza Marco, ucciso dal guard-rail della A20

È un’attesa lunghissima quella di due anziani genitori e di una intera comunità. Marco Pistone, brillante giovane santagatese, il 13/06/2008, esattamente sedici anni fa, si stava recando a Messina per sostenere un altro esame universitario che certamente avrebbe superato a pieni voti come sempre aveva fatto.

A Messina però Marco non arrivò mai, perché per ragioni non del tutto chiarite, percorrendo la A20 in direzione Messina, nelle vicinanze dello svincolo di Milazzo, perse il controllo del veicolo, andando a sbattere contro il guard-rail. Nell’impatto il mezzo venne tranciato in due proprio dalla barriera metallica che avrebbe dovuto contenerlo e Marcò morì, praticamente sul colpo, in un modo straziante.

La causa della morte di Marco per il Tribunale di Barcellona, sarebbe ascrivibile alla inidoneità e comunque al cattivo stato di manutenzione del guard-rail ed il CAS – concessionario e gestore dell’autostrada – dovrebbe provvedere al risarcimento dei danni nei confronti della famiglia. Ma da qualche anno la parola è passata alla Corte d’Appello, che dovrà decidere se confermare o meno la sentenza di primo grado.

Un giudizio in cui le cui attività delle parti si sono concluse da qualche mese e che dunque attende, a breve, il deposito della sentenza.

Sedici lunghi anni in cui Sant’Agata di Militello non ha dimenticato la figura di Marco Pistone, giovane dalle spiccate doti umane, impegnato nel sociale, attivo nella Parrocchia, nello scoutismo, nel volontariato, sempre generoso e disponibile, sempre pronto a soccorrere i più fragili, i più deboli. Sant’Agata coltiva con immensa partecipazione il ricordo di questo ventenne virtuoso, che si era distinto nella sua comunità ed era diventato punto di riferimento per i più giovani che ancora lo ricordano con amore con tante manifestazioni pubbliche e che a lui si rivolgono – anche su un gruppo social a lui dedicato – come se la morte non avesse mai interrotto questo profondo legame.

Qualche anno fa, l’amministrazione comunale di Sant’Agata Militello ha intitolato una piazza alla memoria di Marco, poco distante dalla casa dove ancora vivono Biagio e Santina, i suoi anziani genitori. Presso il cimitero comunale, le spoglie del giovane riposano in un piccolo mausoleo – anche questo sito in un’area messa a disposizione dal Comune – meta di un vero e proprio incessante pellegrinaggio di amici che non lo hanno mai dimenticato.

Le manifestazioni in memoria di Marco sono diventate appuntamenti fissi, momenti di riflessione e di ricordo collettivo, ma soprattutto occasioni per riaffermare i valori di solidarietà e altruismo che lui incarnava.

Casi come quello di Marco hanno sollevato una più ampia riflessione sulla sicurezza delle infrastrutture stradali, soprattutto in Sicilia. In questo senso l’attesa dei genitori di Marco e di una intera comunità non è legata soltanto all’esito del giudizio in sé, ma rappresenta una speranza. La speranza che la sua tragica morte possa contribuire a un cambiamento positivo nella considerazione della importanza che le classi dirigenti attribuiscono alla sicurezza delle reti stradali e autostradali; la speranza che la sua perdita terribile non sia stata vana e che il suo sacrificio possa servire a salvare altre vite.