Ponte sullo Stretto: I “No Ponte” in piazza. «È soltanto un bluff»
Tirare le fila in vista delle future azioni di mobilitazione. È l’obiettivo del “Fronte del No”, pur nella diversità delle “anime” che lo compongono. Ufficialmente, infatti, sono tre i Comitati ri-costituiti, dopo le battaglie dei decenni scorsi. Ci sono i “No Ponte” che fanno riferimento, in particolare, ad attivisti storici di Messina, quali l’insegnante pacifista Antonio Mazzeo e l’ex consigliere comunale Gino Sturniolo, e che ieri si sono riuniti in assemblea a piazza del Popolo. C’è il Comitato “Invece del Ponte”, fondato da ex amministratori della Giunta Accorinti, il prof. Guido Signorino, l’ing. Sergio De Cola, l’esperto di economia e finanza Elio Conti Nibali. E c’è il Comitato “No Ponte Capo Peloro” che vede in prima fila ambientalisti di lungo corso come Daniele Ialacqua, anch’egli ex assessore quando era sindaco Renato Accorinti.
E proprio quest’ultimo Comitato ieri ha rilanciato l’appello ai messinesi, ai siciliani e ai calabresi, perché partecipino al corteo programmato per il prossimo 2 dicembre. «Continua il gioco d’azzardo del Ponte sullo Stretto – affermano i rappresentanti di “No Ponte Capo Peloro” –, questa volta con la “giocata” bluff dell’annunciata consegna della relazione d'aggiornamento del progetto definitivo. Sarebbe la prima volta che viene rispettata una scadenza del fantomatico cronoprogramma. Dopo la nomina con quasi tre mesi di ritardo del Comitato tecnico-scientifico, non si ha infatti ancora notizia del decreto ministeriale per le procedure espropriative, che doveva vedere la luce il 30 giugno con i suoi cassetti e fascicoli virtuali, né della riattivazione del contratto con Eurolink, né si parla ancora della rinuncia dei contenziosi che invece continuano, ma guarda caso si sarebbe rispettata la scadenza del 30 settembre dell'aggiornamento del progetto definitivo (altro che esecutivo pronto, come ha dichiarato il sottosegretario Freni) tanto sbandierata in questi giorni proprio dal diretto interessato, l’ad Salini di Webuild, venendo così in soccorso dell’attuale maggiore sponsor del Ponte ovvero il ministro Salvini, che aveva già azzardato l’annuncio della data della prima pietra entro l’estate del 2024, per poi essere subito smentito ed umiliato dal suo stesso Governo, dal quale non ha avuto certezza nemmeno di un euro né per la progettazione né per le gare d'appalto della grande opera. Francamente ci viene difficile credere che in poco più di quattro mesi si siano potuti aggiornare gli oltre 8.000 elaborati di cui è composto il progetto del Ponte, e che si sia data risposta esaustiva a quanto richiedeva lo stesso articolo 3 della legge n. 58 del 2023 che ha riesumato la “Stretto di Messina Spa”: rispondenza al progetto preliminare e alle eventuali prescrizioni dettate in sede di approvazione dello stesso, con particolare riferimento alla compatibilità ambientale e alla localizzazione dell’opera; adeguamento alle nuove norme tecniche per le costruzioni e alla normativa vigente in materia di sicurezza; adeguamenti alla compatibilità ambientale e all’utilizzo dei materiali di costruzione. Tutto questo in soli 120 giorni? Ci viene difficile crederlo e temiamo che invece si continui con questo bluff il “gioco d'azzardo” del Ponte».