FOTO E VIDEO – A TRE ANNI DALLA BONIFICA MAREGROSSO E’ DIMENTICATA. SOLTANTO DISCARICHE E DEGRADO
DI EDG - Sono trascorsi tre anni, era giugno del 2020, da quando con grande entusiasmo accogliemmo la notizia dei lavori dell'imponente bonifica dell'intera area di Maregrosso
Per chi come noi ha raccontato il degrado e lo scempio del litorale di Maregrosso negli ultimi 20 anni, la pulizia di una superficie vastissima del lungomare, sembrò un piccolo sogno che si stava realizzando dopo decenni di abbandono. L'intera area fu ripulita, recintata, tornarono i pescatori, dalla spianata di terra battuta si rivide finalmente il mare, fino a quel momento nascosto da collinette di rifiuti e scheletri di auto rubate.
Nessuna illusione però. Non ce la possiamo permettere in questa città. Fuori da quell'area recintata e interdetta da gennaio 2020 ai mezzi a quattro ruote (area compresa tra la via Don Blasco, la traversa 1, la traversa 2, la traversa 3, via Maletto, via Bronte, via Adrano, via 5B, via 5C, la traversa 8, la traversa 9 e la linea di costa censita al Fg. di mappa n. 126, dove sono stati interrati e/o depositati rifiuti di varia tipologia) continuano ad esserci discariche, un immondezzaio, la fogna, eternit e frigoriferi abbandonati da tempo.
Con foto e video abbiamo documentato la situazione che persiste da mesi. Discariche che, nonostante la presenza di una telecamera di videosorveglianza (funziona?) puntata sull'intera zona, si ingrossano giorno dopo giorno. Auto che a causa di un varco aperto da tempo, entrano nell'area recintata e scaricano rifiuti di natura urbana, speciali, pericolosi e non. Una bomba ecologica, si dice in questi casi, che è sotto gli occhi di tutti ma che pare non interessare a nessuno.
UN'AREA ABBANDONATA, POI LA BONIFICA.
La responsabilità della mancata riqualificazione del litorale di Maregrosso, una striscia di terra, polvere, pietre e pezzi di vetro, da decenni trasformatosi in una della più grandi discariche abusive della città, è di tutte le amministrazioni succedutesi dagli anni novanta in poi. Chi più, chi meno. Rifiuti speciali, tonnellate di inerti scaricati da ‘inquinatori’ notturni. C’era di tutto in quelle aree a pochi metri dalla spiaggia, poco lontane dal viale San Martino e da Piazza Cairoli. Lastre ormai friabili e serbatoi in eternit abbandonati senza scrupolo, divani, suppellettili vari, decine di copertoni accatastati a picco sul mare, ma anche le decine di seggiolini dismessi dell'ex cinema Capitol. Che si aggiungevano ai detriti delle baracche abbattute a colpi di ruspa nelle passate demolizioni e ormai abbandonati da tempo, per la precisione dal 2012. La ditta incaricata dal Comune ha proceduto a ottobre del 2019 ad analizzare i rifiuti, distinguendoli per tipologia, attribuendo a ciascuno il codice Cer e indicando le rispettive quantità e volumi. Subito dopo ha affidato alla ATI-Eco Geos Srl l'incarico per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti, dando la precedenza alla rimozione dei rifiuti di amianto presenti in grande quantità sul sito sequestrato. Successivamente si è proceduto con i rifiuti ingombranti e con i residui di demolizioni edili e altri rifiuti.
IL FUTURO? UNA INCOGNITA...
Ci siamo stati già decine di volte a Maregrosso. Ed è stato sempre peggio. Sarebbe potuto diventare un grande Parco Urbano, un litorale appetibile come quello degli anni ’60, quando il Lido sud custodiva le estati di tanti messinesi.
C’era una emergenza sanitaria che nessuno ha voluto vedere, Demanio regionale in primis, che ne è il proprietario, e poi anche la Guardia Costiera, in qualità di polizia giudiziaria, che avrebbe dovuto vigilare e lo ha fatto soltanto ad anni alterni, fino a quando un anno fa non è arrivato un provvedimento della magistratura che ha sequestrato un'area di circa 1400 mq. e ordinato la bonifica. Il lungomare di Maregrosso violentato centinaia di volte da cittadini senza scrupoli non è stato soltanto un problema di ‘estetica’, di quello che la visione un po’ miope e borghese di alcuni chiama decoro urbano. Pasolini ci avrebbe scritto tanto su questa terra di nessuno, lontana ma non troppo da quell’altra sporcizia che sono i salotti buoni della città. Anche i cactus, però, fioriscono.
E' arrivato adesso il momento di restituire agli uomini, donne e bambini di quel pezzo di città scartata non il decoro appunto, ma la dignità di quei luoghi bellissimi, stuprati da piccoli interessi criminali, tanta ignavia e desideri per ora accantonati di speculazioni edilizie. La si riempia di umanità, si organizzino iniziative che la facciano liberare da quelle gabbie mentali che vogliono Maregrosso, non si sa per quale maledizione, senza un futuro. Qui dove il cielo è di fango, dove tanti piccoli eroi si confondevano fino a pochi giorni fa tra cumuli di rifiuti, si attende anche questo pomeriggio che scenda la sera a nascondere le ultime vergogne, che rifletta su quel rivolo di fogna una bellissima luna piena.