“No al Ponte”, c’è una petizione online: «Fermiamoli ancora una volta»
Una petizione popolare per dire “no” al Ponte sullo Stretto. L’iniziativa online, promossa su Change.org da Francesco Mucciardi, ha raccolto quasi 2600 firme in poche ore.
Di seguito l’appello dei promotori:
«Le ultime settimane sono state occupate dal cosiddetto “decreto ponte”, firmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’investimento che prima di tutti il Ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini, e di conseguenza il Governo Meloni tutto, hanno fatto sulla grande opera, difficilmente resterà senza esiti. La decisione di riesumare dalla liquidazione la Società Stretto di Messina Spa e la riapertura della sua sede nazionale, si uniscono all’immancabile nomina di consulenti locali. Tutto questo trafficare è perfettamente inscritto dentro la storia della Grande Opera di devastazione cui ci siamo da sempre opposte/i. “Il ponte sullo Stretto lo stanno già facendo” è una espressione che abbiamo sempre usato per dire che il ponte non è semplicemente un’infrastruttura, ma una decisione politica che comporta elargizione di denaro per progetti, consulenze, incarichi, pubblicità. Sul ponte sullo Stretto si sono, inoltre, costruite narrazioni utili a convogliare il consenso su questo o quel partito. 500 milioni già spesi e il rischio di 700 milioni di penali sono il fardello che è stato già addossato alla comunità. Adesso partono nuovamente all’assalto. Le mobilitazioni che da decenni si oppongono al ponte hanno già ben individuato nella particolarità del paesaggio, dell’ambiente, del patrimonio immateriale dello Stretto di Messina, la risorsa fondamentale per il futuro delle comunità che abitano le due sponde. D’altronde, l’impatto che i cantieri avrebbero sul territorio e sulla vita delle/dei cittadine/i è stato ampiamente descritto, così come sono gli stessi sostenitori dell’infrastruttura a dirci delle incognite sottese alla edificazione del ponte a una o a più campate. A tutto questo si aggiunge il timore di un avvio dei cantieri senza un vero piano di realizzazione, e chi tra politici, amministratori locali e professionisti sta oggi, con enorme superficialità, accompagnando il riavvio dell’iter, si sta assumendo la responsabilità della devastazione del territorio e dello stravolgimento della vita di decine di migliaia di abitanti col rischio di una nuova incompiuta. In tanti, probabilmente, lo fanno sperando anche di entrare nella partita, ma dovrebbero sapere bene che questo difficilmente avverrà, poiché le grandi opere sono sempre gestite al massimo livello di centralizzazione! FERMIAMOLI ANCORA UNA VOLTA!».