“Esperienze Performative di Impegno Civile”, a Messina torna il progetto di Mana Chuma Teatro
Ritorna il progetto EPIC (Esperienze Performative di Impegno Civile), organizzato a Messina da Mana Chuma Teatro in partenariato con Rete Latitudini e Teatro dei 3 Mestieri, allo scopo di promuovere spettacoli dal vivo nelle aree urbane periferiche. L’iniziativa, che si protrarrà fino a tutto il mese di dicembre 2022, è sostenuta con il contributo del Comune di Messina e dai fondi FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) del Ministero della Cultura.
Ecco i prossimi spettacoli in programma per il mese di novembre:
Giovedì 10 e venerdì 11 novembre alle ore 21.00, il Teatro dei 3 Mestieri ospiterà “Quanto resta della notte” di e con Salvatore Arena (Produzione Mana Chuma Teatro). «La pièce -spiegano dall’organizzazione- è una lunga riflessione su come uscire dall’oscurità e immaginare un tempo dedicato all’amore. Un testo che racconta la storia di Pietro, richiamato nel proprio paese dopo aver ricevuto una lettera che lo informa di una malattia della madre. È un susseguirsi di ricordi, che risvegliano nel cuore del protagonista, Pietro, la verità nascosta. Migliaia di parole collocate nell’arco quotidiano di tre giorni, una via crucis, una madre che va spegnendosi perché rinasca il figlio, come a partorirlo due volte a questo mondo. Un attore, in scena, immobile su una sedia, ancorato, vincolato al racconto, inchiodato, costretto in quello spazio e in quel tempo a non distogliere il corpo da ciò che gli accade dentro, senza alcuna via di fuga»
Sabato 12 novembre alle ore 21.00 al Teatro dei 3 Mestieri andrà in scena “La maledizione del sud” (Produzione Teatrop) di e con Pierpaolo Bonaccurso e Fabio Tropea (che esegue le musiche dal vivo). «Quest’opera teatrale-spiegano dall’organizzazione- trae le sue origini dalla leggenda di Colapesce: la storia di un uomo, forse di un semidio, che abbandona le certezze della vita quotidiana per inseguire il suo sogno. Accompagnato da un’originale narrazione musicale interpretata dal vivo con Marimba, Didgeridoo, tamburi e bicchieri, che rievocano le sonorità del Mediterraneo, l’attore-autore, ispirato dall’incontro con una cantastorie siciliana, fa sua quest’ antica leggenda e crea un originale gramelot calabro – siciliano per raccontarci come Colapesce abbia sposato il mare e come abbia salvato la Trinacria, la sua Terra, dallo sprofondamento.»