FOTO – 68enne rinvenuto cadavere in un appartamento del centro storico. L’uomo era rimasto vittima di una estorsione 5 anni fa
Di Edg - Ennesimo dramma della solitudine in questa estate torrida che sembra non finire mai. Lo hanno trovato in avanzato stato di decomposizione circondato da buste della spesa e rifiuti. Da qualche giorno, il cattivo odore sempre più forte che proveniva da un appartamento, al primo piano di uno palazzo di via San Paolo dei Disciplinanti 16, nel centro storico della città, aveva messo in allarme alcuni vicini di casa. Intorno alle 16 di oggi pomeriggio, sono quindi intervenuti gli agenti delle volanti della polizia e i vigili del fuoco che dopo aver sfondato una finestra interna, hanno rinvenuto il corpo di un 68enne, E. A., deceduto sicuramente da diverse settimane. Il corpo dell’uomo, conosciuto in zona come avvocato (ma dalle prime notizie pare che non lo fosse nella realtà), è stato trovato tra cumuli di immondizia e materiale vario che l’anziano raccoglieva da tempo. Seppellito in casa. Ad eseguire i primi rilievi gli agenti della scientifica. Sembra che l’uomo vivesse da solo (non lo si vedeva più in giro da tempo) e avesse interrotto da tempo qualunque rapporto con la moglie e i figli di lei.
Nel 2017 era rimasto vittima di una estorsione.
E. A., 68 anni, era rimasto vittima di una estorsione nel giugno del 2017 quando l’uomo inizia a ricevere da un numero sconosciuto (si scoprirà poi che era intestato ad una coppia di Bordonaro) delle proposte (e relative foto) di natura sessuale e una richiesta iniziale di 50 euro. Al rifiuto della vittima, la coppia, un uomo (G. S. del 1977) e una donna (M. C. del 1982, madre di due figli), rilanciava chiedendo la somma di 500 euro, affermando di essere minorenni. La donna addirittura si presentava all’uomo qualche giorno dopo presentandosi come agente di polizia e a conoscenza di tutta la storia, minacciando l’uomo di denunciarlo per molestie sessuali nei confronti di minore (accusa risultata destituita di fondamento) e avvertendolo di possibili ritorsioni da parte del padre della ragazzina. E. A., impaurito e intimorito, il 4 agosto (dopo essere rimasto vittima di un altro episodio in cui gli veniva bruciata la giacca all’interno di un lovale) decideva quindi di denunciare i fatti ai carabinieri della caserma di Messina Arcivescovado. I due venivano arrestati in flagranza l’8 agosto del 2017 in un locale del centro città e, interrogati dal sostituto procuratore Rosanna Casabona, ammettevano le proprie responsabilità, dichiarandosi pentiti. La coppia veniva condannata sia in primo grado (a 5 anni) che in appello (nel luglio del 2018, a 2 anni, 2 mesi e venti giorni e 600 euro di multa).