Inchiesta sugli imprenditori Saglimbeni, la Guardia di Finanza sblocca i conti correnti
Possono accedere nuovamente al loro conti correnti gli imprenditori della famiglia Saglimbeni di Santa Teresa di Riva, arrestati il 21 luglio dalla Guardia di Finanza di Taormina con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione e all’autoriciclaggio. Il provvedimento cautelare che li ha portati ai domiciliari aveva disposto anche il sequestro preventivo per l’ammontare di 185mila euro, importo che l’accusa ritiene provenga dalle estorsioni attuate nei confronti dei dipendenti della loro azienda e sia stato poi reinvestito nell’acquisto di terreni, con il contestuale blocco anche delle altre somme. Adesso le Fiamme gialle, su disposizione della Procura della Repubblica di Messina, hanno invece sbloccato i conti correnti della società “Top Market” e dei quattro indagati, Carmelo Saglimbeni, le figlie Provvidenza e Carmen e il fratello Domenico Saglimbene, che tornano così ad avere la disponibilità dei loro fondi come richiesto dai difensori, gli avvocati Antonio Scarcella e Massimo Principato, anche per poter provvedere alle necessità della società di famiglia e alle esigenze personali. I 185mila euro calcolati dalla Finanza rimangono invece vincolati sotto sequestro. I legali dei Saglimbeni hanno intanto presentato istanza al Tribunale del Riesame (il termine scadeva oggi) per chiedere ai giudici di rivedere l’ordinanza che ha disposto le misure cautelari, puntando innanzitutto ad ottenere la revoca degli arresti domiciliari per i loro assistiti. Nei giorni scorsi la richiesta di remissione in libertà era stata presentata solo per Carmelo Saglimbeni, l’unico ad aver risposto all’interrogatorio di garanzia, ma era stata respinta dalla gip Tiziana Leanza, così come l’istanza per consentire a Carmen Saglimbeni di recarsi al lavoro nell’attività di famiglia.