19 LUGLIO 1992-19 LUGLIO 2022 – NINNI BRUSCHETTA: PAOLO E LA SOLITUDINE DEI GIUSTI
di Ninni Bruschetta - Quel giorno ero a casa di Roberto De Francesco, in via della Panetteria a Roma, a pochi metri da Fontana di Trevi. Credo che ci fosse anche Mario Tronco, il tastierista degli Avion Travel, e sicuramente Iaia Forte, che a quei tempi era la moglie di Roberto. Non ricordo come apprendemmo la notizia, ma ricordo che, nonostante la tristezza e l’indignazione, nessuno di noi aveva veramente compreso la gravità di quello che era successo.
Perché la familiarità con quel tipo di notizia, di omicidio, di guerra, era quasi quotidiana a quei tempi. Uno degli amici che erano con noi, però, disse che dovevamo uscire per vedere che cosa sarebbe successo perché, secondo lui, quello era un atto di guerra. Nessuno di noi pensava che sarebbe scoppiata una guerra civile, a parte lui, che forse era l’unico ad avere capito veramente. Così uscimmo e dopo qualche centinaio di metri ci trovammo nella piazza del Parlamento.
C’erano delle persone sedute a terra, con delle bandiere. Ci avvicinammo e ci accorgemmo che erano dei militanti dell’Msi, un partito che non era certo il nostro e che, proprio in quel momento, rivendicava, con evidente inadeguatezza, qualcosa: un’ipotesi di appartenenza o una semplice solidarietà? Comunque le bandiere erano inopportune e ci allontanammo.
Non ho altri ricordi. Poi lo incontrai a Palermo, quando interpretavo Ninni Cassarà, dopo il 2000 (foto). Non era lui, lo so, era Giorgio Tirabbassi. Ma per me era lui, come Ennio Fantastichini era Giovanni Falcone, Andrea Tidona era Chinnici e Santo Bellina era Montana.
Da allora quel giorno, quella ricorrenza, per me, è dentro quel film. Ogni volta che lo rivedo aspetto un momento preciso: quando Giorgio/Paolo firma gli assegni per i figli perché sa che sarà ucciso. Aspetto quella scena per piangere. Piango per il ricordo di Paolo Borsellino e per la solitudine dei giusti.
Foto: Credits-PHOTOMOVIE-MONTESI