Paolo Borsellino, Ardita: umile e accanto ai deboli, questo era il suo modo di fare giustizia
Il consigliere togato del Csm commenta il servizio di Maria Grazia Mazzola sul magistrato ucciso e il ricordo della moglie Agnese
“Paolo era amico degli ultimi, dei deboli, degli indifesi.” A ripeterlo era Agnese Piraino Leto, moglie del magistrato ucciso da Cosa nostra Paolo Borsellino, in un’intervista rilasciata molti anni fa, prima della scomparsa della vedova, a Maria Grazia Mazzola, giornalista Rai. “Paolo mi diceva sempre: ‘io faccio una corsa contro il tempo’”, disse Agnese Borsellino. “Dopo la morte di Giovanni Falcone, che lui riteneva fosse uno scudo, ha detto ‘adesso tocca a me’. ‘Io nella vita sono sempre stato secondo e sarò secondo anche nella morte’”. Le parole della Borsellino sono contenute nel servizio della giornalista sugli ultimi giorni del magistrato, andato in onda venerdì 15 luglio sul TG1. Un servizio che Sebastiano Ardita, anche lui magistrato attualmente in servizio consigliere togato al Csm, ha commentato sul proprio profilo riportandone uno stralcio. In quell’intervista rilasciata alla Mazzola, “Agnese Borsellino apre il testamento morale di Paolo Borsellino che tramanda il suo modo di fare giustizia: accanto ai deboli, con umiltà, fino al sacrificio della propria vita”, scrive Ardita. “Grazie a Maria Grazia Mazzola sul TG1 abbiamo potuto rivederli ed emozionarci, come se fossero ancora qui tra noi”.