Salina, ‘Isola Verde’ inchiesta flop
Di Leonardo Orlando - Barcellona - L'esito della udienza preliminare dell'inchiesta “Isola Verde”, dopo il clamore destato dal numero complessivo dei prosciolti - 70 su 83 - ad una analisi approfonditadel dispositivo della sentenza di non luogo a procedere pronunciata venerdì scorso dal Gup Giuseppe Sidoti, suscita riflessioni per il suo contenuto nel dettaglio. Se attesi e scontati, infatti, erano alcuni proscioglimenti a causa della sopravvenuta prescrizione determinata dal decorso del tempo rispetto all'epoca dei fatti oggetto di contestazione, risalenti agli anni 2013 e 2014, nettamente prevalente oltre 50 sugli 80 dei capi di imputazione complessivi contenuti nella corposa richiesta di rinvio a giudizio depositata dall'allora pm Federica Paiola risulta dal dispositivo della sentenza il numero delle pronunce con le quali il giudice Sidoti ha ritenuto di poter assolvere con la formula più ampia, ovvero perché “il fatto non sussiste”.
Esaminando in dettaglio i reati sui quali il Gup si è pronunciato nel merito con assoluzione, emerge come riguardino proprio i reati più gravi sui quali si reggeva l'indagine dato che dei circaventi episodi di matrice corruttiva ipotizzati dalla Procura solo uno ha retto al vaglio del Gup, peril quale, pertanto, è stato disposto il dibattimento, e che per le due associazioni a delinquere ipotizzate a carico di amministratori pubblici, tecnici comunali e professionisti privati sia nel comune di Santa Marina Salina che in quello di Malfa, il Gup è pervenuto al convincimento che “il fatto non sussiste”, analogamente alla quasi totalità delle ipotesi di reati contro la pubblica amministrazione per le quali era stato chiesto il rinvio a giudizio.
Allo stato, in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza, secondo i difensori interpellati, tale esito potrebbe essere stato determinato dall'accoglimento delle questioni sollevate nel corso della udienza preliminare sulla inutilizzabilità dei risultati delle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali eseguite dai carabinieri della stazione di Santa Marina Salina ascoltando per mesi e mesi quanto veniva detto negli uffici tecnici comunali e nelle stanze degli amministratori pubblici coinvolti dei due comuni interessati all'indagine.
Valutazioni finali che comunque, hanno comportato una disamina laboriosa e complessa per il giudice Giuseppe Sidoti stante la notevole mole degli atti di indagine compiuti e che riguardavano le numerose pratiche edilizie sequestrate presso gli uffici comunali dell'Isola e le migliaia di intercettazioni eseguite nei confronti dei principali indagati che sono confluite nei numerosi faldoni del procedimento pervenuto all'udienza preliminare a distanza di diversi anni dalla chiusura delle indagini, tanto daaver fatto maturare la prescrizione di reati meno gravi.
Folto il collegio difensivo con gli avvocati Fabrizio Formica, Saro Venuto, David Bongiovanni, Pinuccio Calabrò, Filippo Barbera, Alfonso Polto, Romeo Palamara, Carmelo Scillia, Franco Bertolone, Tommaso Calderone, Pietro Pollicino, Roberto Materia, Tommaso Tamburino, Gabriele Vancheri, Daniela Cultrera, Roberta Fioramonte, Tania Di Pasquale, Arturo Merlo, Giovanni Currò, Francesco La Face, Giovanni Rizzuto, Alberto Gullino, Monica Interdonato, Filippo Siracusano, Cinzia Murabito, Adriana La Manna, Marco Lombardo, Simone Giovannetti,Mauro Lizio, Salvatore Gallo, Pasquale Contorno, Antonino Favazzo, Susanna La Greca, Francesco La Valle, Giuseppe Cincotta, Francesco Pizzuto, Francesco Rizzo, Antonina Pimpo, Anna Prestifilippi, Alessandro Oliva, Gino Fabio Fulgeri, Walter Militi, Fabio Petrucci, MaurizioDe Silvestro, Mario Maio, Francesca Fasulo, Giudo Lombardo, Fulvio Sammartano, Rosa Amaddeo, Maria Rosa Versaci, Ernesto Marcianò, Ferdinando Amata, Fabio Mirenzio. Fonte: Gazzetta del Sud