La cronaca della seconda serata al Teatro Antico
Si è aperta sulle note del pianoforte di Raphael Gualazzi la seconda serata al Teatro Antico con una performance dedicata alle note per il cinema. Il cantautore, compositore e musicista della scuderia Sugar, ha accompagnato il pubblico con le musiche da film dei maestri Piero Umiliani, Piero Piccioni e Armando Trovajoli tratte dal catalogo di CAM Sugar, chiudendo con la signature song del grande Jimmy Fontana Il Mondo, inclusa nel nuovo album di Gualazzi “Bar Del Sole”.
Poco dopo l’esibizione musicale sono saliti sul palco due giovanissimi rappresentanti della CAM Sugar che hanno ritirato il Taormina Award per l’impegno nella valorizzazione di colonne sonore storiche attraverso un importante lavoro di restauro, digitalizzazione e rielaborazione del più importante catalogo italiano di musiche da film.
«Da piccolo ero ossessionato dall’FBI, volevo diventare un agente, poi ho deciso di diventare regista e di fare film sui criminali piuttosto che inseguirli realmente. Così Matthew Gentile, regista di American Murderer, ha presentato al pubblico del Teatro la sua opera prima, dedicata al vero latitante e ricercato Jason Derek Brown. Il regista americano, accompagnato dal fratello Scott Gentile, dalla scenografa e dalla direttrice della fotografia, ha poi salutato il pubblico taorminese, ricordando le sue origini italiane: “Mio padre aveva famiglia napoletana e calabrese!”
Sul palco sono saliti anche la Presidente di Giuria Cristina Comencini e poi ancora Lucia Ocone, Alessio Lauria e Aldo Baglio per presentare il film Una boccata d’aria, passato ieri in anteprima. A loro si è aggiunto, per una toccata e fuga, Ferzan Ozpetek, ospite al TFF con il suo spettacolo Ferzaneide, prima di lasciare spazio al cast di La mia ombra è tua, composto da Isabella Ferrari, Giuseppe Maggio e Marco Gialli, accompagnati sul palco dal produttore Domenico Procacci e dal regista Eugenio Cappuccio. Proprio quest’ultimo ha voluto ricordare l’importanza di una cornice storica come quella del Teatro: «Il Teatro Greco era un luogo dove ci si ritrovava con un fine, mandare avanti il senso di comunità. Io mi auguro che il cinema già da questa sera possa recuperare il senso di comunità. Questo mi sembra un buon posto per ricominciare».