Sebastiano Ardita: “I PM verranno schedati per controllare le procure”
In una intervista pubblicata oggi su 'Il Fatto Quotidiano' a firma di Antonella Mascali il consigliere togato Sebastiano Ardita ha parlato della riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario. Il testo è stato appena approvato in Commissione Giustizia e dovrebbe approdare in aula martedì prossimo. Ardita, come ha già fatto anche il collega Nino Di Matteo ne ha evidenziato le criticità: il rafforzamento delle correnti tramite la nuova legge elettorale del Csm, la gerarchizzazione estrema delle procure tramite le 'pagelle' per le toghe e la separazione di fatto delle carriere tra giudici e pubblico ministero. Per il magistrato questo è un periodo molto peggiore di quando il governo Berlusconi aveva tentato di far passare determinate riforme sempre in tema di giustizia. "Cesare Previti andò in Tv e disse che volevano la separazione delle carriere, un pm sotto l’esecutivo, il ridimensionamento del ruolo dei magistrati. Tutti obiettivi annunciati con chiarezza e che provocarono una forte reazione che impedì in gran parte la realizzazione di quegli scopi. Adesso - ha detto Ardita - invece, si sta realizzando quel progetto ammantandolo di grandi principi costituzionali. C’è ambiguità e i cittadini, dunque, non comprendono le conseguenze". Foto Edg
Consigliere Ardita, la riforma appena approvata in commissione Giustizia della Camera ha ricompattato i magistrati. E’ probabile che martedì prossimo l’Anm proclami lo sciopero o comunque una serie di proteste. Sembra di essere tornati al tempo dei governi Berlusconi o no?
Molto peggio se pensa che quando Berlusconi vinse le elezioni, Cesare Previti andò in tv e disse che volevano la separazione delle carriere, un pm sotto l’esecutivo, il ridimensionamento del ruolo dei magistrati. Tutti obiettivi annunciati con chiarezza e che provocarono una forte reazione, che impedì in gran parte la realizzazione di quegli obiettivi. Adesso, invece, si sta realizzando quel progetto ammantandolo di grandi principi costituzionali. C’è ambiguità e i cittadini non comprendono le conseguenze
Cosa la preoccupa di più?
Che non si sia fatta la riforma del sistema elettorale per eleggere i togati del Csm, in modo da togliere potere alle correnti. Il maggioritario bi-nominale che verrà introdotto farà scomparire le minoranze perché ovviamente in ogni collegio i primi due eletti saranno esponenti delle principali correnti.
E il recupero proporzionale?
Può essere facilmente aggirato perché le correnti principali possono mettere in campo anche candidati minori collegati fra loro e non subire gli effetti dello scorporo.
Cosa ne pensa della modifica lastminute targata Lega: sorteggio dei collegi formati in base ai distretti delle Corti d’Appello?
Non c’è alcuna innovazione, anzi si torna indietro, era così fino al 1994. Faccio un esempio: se un pm di Crotone viene candidato nel collegio di Torino è evidente che deve affidarsi a una delle correnti che è presente in quel territorio.
Tutto cambia perché nulla cambi?
No no, tutto cambia per cambiare in peggio. A questo punto sarebbe stato meglio lasciare la legge attuale. Invece così si rafforzano le correnti. D’altra parte i poteri forti hanno bisogno di gerarchia e di capi corrente. Perché la “magistratura orizzontale” sarebbe incontrollabile e fa paura.
E’ passata la separazione delle funzioni, di fatto delle carriere: entro i primi 6 anni di carriere dovete scegliere se essere pm o giudici, a meno che il passaggio sia dal penale al civile e viceversa. Perché è un punto così dolente per voi magistrati?
I danni si vedranno quando si sarà formata una generazione di pm lontani, per statuto, dalla cultura della giurisdizione. Sembrerà strano ma è così: i giudici più garantisti sono quelli che hanno fatto il pubblico ministero.
Immagina un pm asservito al governo di turno?
Questo dipenderà da quello che accadrà dopo, è chiaro che un pm allontanato per legge dalla giurisdizione si può prestare anche a questo.
Novità assoluta il fascicolo del magistrato, delle “performance”…
Siamo alla schedatura professionale che è una naturale proiezione della cosiddetta rincorsa dei numeri, un tempo definita sfida della professionalità contro la quale in pochi protestavamo mentre la maggioranza della stessa Anm riteneva fosse doverosa. Una giurisdizione di qualità è nemica dei numeri e invece i numeri sono amici della gerarchia perché rappresentano uno strumento di governo degli uffici.
I sostenitori dicono che ve lo siete cercati, troppe valutazioni positive.
E saranno ancora di più perché il modello di gestione burocratica degli uffici prenderà il sopravvento. Il suggerimento che arriva dalla riforma è questo: volate basso per non correre rischi. D’altra parte esistono praterie di disperati da perseguire per esercitarsi nella sfida dei numeri…