Messina, i brogli elettorali alle regionali 2017. Il gup si riserva sulle intercettazioni
C’è un “nodo-intercettazioni in sospeso” dopo l’apertura dell’udienza preliminare davanti al gup Monica Marino per l’inchiesta sui “brogli” elettorali alle regionali del 2017 che ha interessato la città e tutta la provincia tirrenica del Messinese.
Il giudice dovrà infatti decidere sull’eccezione sollevata dal collegio difensivo, che è stata molto netta, anche sulla scorta dell’ormai famosa “sentenza Cavallo” della Cassazione: nessuna delle intercettazioni dell’inchiesta è utilizzabile in questo procedimento perché sono state effettuate all’epoca sul presupposto di un reato – l’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale -, che adesso non è più contestato, in quanto è rimasta in piedi la “sola” corruzione elettorale, che non prevede la possibilità di captazioni ambientali e telefoniche. Su questo quesito, che per la prosecuzione dell’udienza preliminare è “l’interrogativo degli interrogativi”, il gup Marino si è riservata la decisione.
Oltre al passaggio delle intercettazioni, c’è anche la richiesta di accedere, come prima opzione, alla ‘messa alla prova’ da parte di uno degli imputati, Carlo ‘Roberto’ Cerreti. Per quest’ultimo il gup, dopo aver stralciato la sua posizione, ha rinviato al 7 febbraio (potrà così decidere definitivamente dopo il passaggio sulle intercettazioni). Per tutti gli altri, invece, prossima tappa è fissata per il 23 gennaio.
Eppure c’è tanto in questa inchiesta gestita dai sostituti della Distrettuale antimafia di Messina Fabrizio Monaco e Rosanna Casabona, che comprende 14 imputati, per una storia nata da un’indagine della Dia di Catania sui brogli nella zona etnea alle regionali del 2017 che poi s’è allargata anche ad altri ambiti siciliani, coinvolgendo più persone.
Al centro dell’inchiesta, poi ereditata dai colleghi della Dia di Messina per le indagini nella nostra provincia, ci sarebbero una serie di “mazzette” elargite per distribuirle ai grandi elettori della provincia di Messina, sparsi tra la città e i vari centri della zona tirrenica.
Chi sono i 14 imputati
Ecco i nomi dei 14 imputati coinvolti: l’ex consigliere provinciale a Messina Carlo “Roberto” Cerreti, l’ex parlamentare regionale Santo Catalano, l’attuale consigliere comunale di Milazzo Lorenzo Italiano, ex sindaco e candidato a sindaco alle ultime amministrative, il sindaco di Fondachelli Fantina Marco Pettinato e il padre ed ex sindaco del centro Francesco Pettinato, la candidata a sindaco di Librizzi alle ultime amministrative Maria Pamela Corrente; ci sono poi agli atti i nomi di Armando Buccheri di Terme Vigliatore, Carmelo Fascetto di Nicosia, del milazzese Francesco Salmeri, dei messinesi Placido Smedile, Davide Lo Turco e Giuseppa Zangla, l’imprenditore Enrico Talamo che avrebbe agito su Tortorici, e infine il milazzese Rocco Cambria.